Arte

Giacomo Morselli: a San Giovanni
uno spettacolo tra storia e ironia

Ed è proprio attorno alla figura di Cecilia, della storia d’amore con Ludovico Sforza detto il Moro e del famoso ritratto che le fece Leonardo da Vinci, che Giacomo Morselli cuce la pièce che sabato ha divertito un copioso pubblico

Personaggi storici, una macchina del tempo, un inventore bizzarro, un ingegnere affetto da tic nervosi e un vero e proprio paisàn hanno elargito allegria ieri al teatro Cecilia Gallerani di Sangiovanni in Croce con lo spettacolo Non ci resta che sperare… Magari rideremo.

Ed è proprio attorno alla figura di Cecilia, della storia d’amore con Ludovico Sforza detto il Moro e del famoso ritratto che le fece Leonardo da Vinci, che Giacomo Morselli cuce la pièce che sabato ha divertito un copioso pubblico. La scena si apre con Ludovico e una Cecilia in dolce attesa, che pur amandosi profondamente sono costretti a piegarsi al fatto che, per accordi tra famiglie ed interessi di corte, Ludovico dovrà sposare Beatrice D’Este. Dopo questo incipit si torna ai giorni nostri e all’impresa di tre tipi esilaranti, folli, futuristi e visionari che, mettendo insieme le loro qualità, han dato vita a una macchina del tempo.

E come non lasciarsi tentare dal tornare nel periodo che va dal 1488 al 1490 per recuperare il famoso quadro della Dama con l’Ermellino, oggi custodito al Museo Czartoryski di Cracovia, riportarlo di diritto in Italia e donarlo a Sangiovanni in Croce dove è giusto che stia?

La storia prosegue con un viaggio nel passato che permette ai tre pionieri di incontrare Leonardo, Cecilia, Beatrice, Ludovico e pure Neil Alden Armstrong, l’uomo che per primo mise piede sulla luna. Lo spettacolo è un insieme di racconto storico e di fantasia così come il linguaggio un mix di italiano e dialetto.

L’intento dell’ideatore Giacomo Morselli e di tutti i componenti dell’Associazione “Amatori del Teatro”, che hanno lavorato e recitato in questa Commedia, è prima di tutto il piacere di far parte di un gruppo che ama far teatro giocando.

Tra una battuta e una risata, al cospetto di scienziati improvvisati e un giovane Leonardo con tanto di frate e allievo al seguito, non mancano messaggi importanti, non nuovi ma sempre attuali: tornare al passato con l’illusione di cambiarlo è impossibile mentre è cosa assai utile guardarlo in faccia per apprendere dagli errori; infine, la salvezza che sta l’arte, che pur prendendo vita da un amore che non avrà lieto fine, vince sul dolore e sui cattivi pensieri perché sublime ed eterna bellezza.

L’arte è ovunque e arriva da ogni dove, non sente crisi e non vive pause, l’arte buca la superfice e mostra sé stessa al mondo quasi come un’entità divina. “Nonostante guerre, odio, pandemie l’arte ci sarà sempre, giace nel profondo di ognuno e si manifesta per portarci via dal male, è l’elemento di rottura che spezza la catena del marciume, è l’esigenza che nutriamo per tornare a respirare. Questa commedia – prosegue Morselli – pensata e studiata nel periodo buio della pandemia, è venuta per darmi un po’ di luce, per aprire una finestra dalla prigionia in cui l’umanità era rinchiusa e darmi la forza di aspettare che il peggio passasse, senza impazzire”.

Giacomo Morselli ringrazia indistintamente ogni persona che ha partecipato e ha reso possibile la realizzazione dello spettacolo che già sta lasciando spazio ad altri progetti, un perenne work in progress il suo, la sua medicina contro il virus della tristezza e della noia.

Giovanna Anversa

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