Casalmaggiore, il PD lancia un
appello per le comunali 2024
La rotta da seguire deve rispondere a due domande in particolare: “che Casalmaggiore vogliamo e che Casalmaggiore possiamo avere”: ridare una speranza di cambiamento per uscire dalla crisi e dall’isolamento in cui il nostro territorio è stato cacciato da nove anni di un’amministrazione inadeguata e non all’altezza
E’ un invito a ripartire, a farsi interpreti di un cammino per la città. Perché poi, alla fine, alle elezioni amministrative manca un anno solamentee di quelle elezioni il PD vuole essere protagonista. Casalmaggiore deve tornare ad essere protagonista, deve guidare lo sviluppo di tutto un territorio. Si può fare. E’ una lettera accorata quella firmata da Mario Daina e rivolta a tutti. Non solo agli elettori PD, ma a tutte quelle forze riformiste convinte che si possa mettere in campo un progetto comune. E rivolta anche (o soprattutto) a quelle persone che dalla politica si sono distaccate. “Entrate e contaminateci” si dice in uno dei passaggi. C’è spazio per idee nuove. Le prossime elezioni comunali saranno a turno unico. Questo impone un progetto da condividersi subito. Con coraggio, e senza timore. Come, d’altronde, ha insegnato l’elezione dello stesso segretario PD, nulla è perduto. C’è assolutamente spazio per una nuova speranza.
“Noi l’abbiamo vista arrivare e abbiamo da subito puntato su di Lei, perché insieme a una nuova e chiara identità di linea politica (stare nel limbo ci ha snaturato), a noi interessa soprattutto una cosa: che il PD ritorni ad essere credibile. Penso che con la Schlein sia tornato il momento in cui la politica riacquista dignità, integrità e forza. Si riaffaccia una nuova speranza, che obbliga a pensare, a pensarsi e a considerare il valore delle nostre vite nel rapporto con le altre.
Cosa vuol dire stare nel Pd? Vuol dire avere delle coronarie di ferro, essere abituati anche a sconfitte amarissime. Continueremo a soffrire, certo, tuttavia stare in questa comunità politica, adesso, ritorna ad avere un senso. C’è un enorme necessità di rinnovamento, a cominciare dal sottoscritto, e la Schlein ne ha dato prova promuovendo la nostra Stefania Bonaldi in segreteria nazionale, bocciando quel correntismo esasperato che ha avuto troppo rispetto a ciò che ha dato.
Abbiamo bisogno di unire, costruire, allargare a partire da sinistra ma non solo a sinistra. Non deve esserci contrapposizione al nostro interno tra radicali e riformisti: questa è la nostra casa. Serve radicalità nelle idee e riformismo nel metodo: se su determinati temi ci sono differenze, la nostra non è una caserma, l’importante è sentirci tutti coinvolti, partecipi e rispettati. Dobbiamo mettere le carte sul tavolo in modo trasparente. Pane al pane e vino al vino. La vecchia organizzazione partitica non serve più, non si tratta di abbandonarla al proprio destino, ma di reinventarla con uno stile nuovo, di vicinanza alle persone e di cura delle relazioni, che è sì oneroso ed impegnativo, ma è molto più efficace e dignitoso.
L’elezione di Elly apre una finestra di opportunità che dobbiamo saper cogliere anche e soprattutto in previsione delle prossime elezioni amministrative con l’ambizione di costruire un progetto politico in grado di contrastare l’astensionismo dilagante e di unire una comunità casalese sempre più divisa e frammentata.
La rotta da seguire deve rispondere a due domande in particolare: “che Casalmaggiore vogliamo e che Casalmaggiore possiamo avere”: ridare una speranza di cambiamento per uscire dalla crisi e dall’isolamento in cui il nostro territorio è stato cacciato da nove anni di un’amministrazione inadeguata e non all’altezza (stiamo scomparendo da tutti i tavoli che contano)
Conosciamo le nostre forze ed è chiaro che da soli non ce la facciamo. Questa nuova rotta deve essere il frutto di confronti, analisi con associazioni del terzo settore, movimenti civici e mobilitazioni delle nuove generazioni, sindacati, categorie economiche, scuole e parrocchie, che sono la spina dorsale del territorio, spesso trascurati perché non in linea con chi governa.
Penso che la prima cosa da mettere in agenda come circolo PD sia quella di ripartire dal popolo delle primarie riportando il partito nelle “periferie disilluse” dell’astensionismo dove si annida sia il disagio sociale di un popolo rimasto senza ascensore sociale, che la sfiducia nella partecipazione democratica alla politica del nostro territorio.
“Entrate e Cambiateci” dico come ha detto la nostra segretaria, perché da soli non andiamo da nessuna parte. Allarghiamoci e contaminiamoci. Rianimiamo il dibattito facendo noi i primi passi verso gli altri: nelle prossime settimane apriremo la nostra nuova sede e attiveremo nuovi canali “social” di informazione e confronto permanente. Siamo qui per ascoltarvi e ricostruire insieme.
Noi rimaniamo disponibili a lavorare e a confrontarci con tutti coloro che sono contro questa amministrazione immobile e ottusa che ha condannato il nostro territorio all’isolamento, (avevamo un pregiudizio, ora il giudizio politico di questi anni è peggiore del pregiudizio) ma sulla base di una proposta politica in cui parole come scuola e sanità pubblica, sviluppo economico e ambiente, diritti e inclusione, parità uomo-donna, ruolo dei giovani e lotta alla precarietà, abbiano connotati e dignità precise.
Noi non giudichiamo né bocciamo nessuno: il tema delle coalizioni, soprattutto se si andrà al voto per il comune con un’unica lista, in quanto al disotto dei 15000 abitanti, andrà affrontato senza paraocchi di sorta e senza funambolismi politici da parte di nessuno. Scriviamo insieme una storia nuova.
La nostra sfida è passare da una visione prettamente assistenzialista a una visione che veda tutta la comunità protagonista e convinta che è un vantaggio per tutti mettere in campo un contratto sociale e intergenerazionale che non escluda nessuno, che con la partecipazione degli “ultimi” si produce “valore” e che lo sviluppo economico non è antitetico al benessere sociale.
Il nostro territorio ha bisogno come l’aria di un confronto a tutto campo che abbia come priorità la necessità di coniugare sviluppo, coesione sociale e ambiente.
Chiudo con un grazie a tutte e a tutti per quello che abbiamo fatto insieme, ma soprattutto che faremo.
Io ci credo, spero anche voi“.
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