Cronaca

A Colorno la Mostra Il Po
e l'Isola che non c'è più

L’inaugurazione è in programma venerdì 5 maggio alle ore 17,00 al MUPAC, alla presenza del Sindaco di Colorno Christian Stocchi e del Direttore Vicario di AIPo ing. Gianluca Zanichelli

Nell’ambito delle attività promosse dall’associazione “Gruppo Fotografico Color’s Light” , dal 6 maggio al 4 giugno 2023 sarà esposta presso il MUPAC (Museo dei Paesaggi di Terra e di fiume, presso l’Aranciaia) di Colorno la mostra  “Il Po e l’Isola che non c’è più – Ingegneri idraulici, traversanti e pennelli tra Sacca di Colorno e Casalmaggiore” . Si tratta di una particolare mostra documentaria promossa da AIPo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) e curata da Barbara Cattaneo, esposta per la prima volta nella sede centrale dell’Agenzia, a Parma, nella primavera 2022.

L’inaugurazione è in programma venerdì 5 maggio alle ore 17,00 al MUPAC, alla presenza del Sindaco di Colorno Christian Stocchi e del Direttore Vicario di AIPo ing. Gianluca Zanichelli.

La mostra presenta fedeli riproduzioni di preziosi documenti e mappe conservati negli archivi storici e nel patrimonio cartografico di AIPo ed è incentrata sulla trasformazione fisica e politica dei territori del Po nel tratto fra Sacca di Colorno e Casalmaggiore a partire dalla fine del ‘700. Si tratta di un’occasione di conoscenza del come si sia intervenuti sul corso del fiume determinandone sostanziali cambiamenti, di come il fiume costituisse nel tempo elemento di contesa fra stati e, nello specifico, di come un’isola, l’isola Moreni, posta di fronte a Martignana di Po, attribuita al Ducato di Parma, sia stata poi, a seguito di complessi interventi di ingegneria idraulica, riconosciuta come territorio (e non più isola) appartenente al Regno Lombardo Veneto.

La mostra permette di conoscere chi furono gli artefici di tale intervento, principalmente l’ingegnere bergamasco (proveniente da Romano di Lombardia) Giovanni Antonio Tadini (1754-1830),   il dibattito tecnico e scientifico che si sviluppò a quel tempo, l’illustrazione cartografica delle modificazioni subite dal fiume, le modalità per proteggere gli argini dall’erosione del fiume stesso, il coinvolgimento delle realtà locali, gli effetti sociali.

Carteggi, relazioni tecniche, carte geografiche, leggi e opere stampate restituiscono una vicenda complessa e interessante. Una serie di grandi pannelli con riproduzioni di antiche mappe ed immagini,  ricostruzioni plastiche del fiume, un video e copie fotostatiche  di documenti storici, consentono ai visitatori di compiere un piccolo viaggio in un passato che parla ancora adesso.

Giovanni Antonio Tadini divenne ispettore generale del Corpo degli Ingegneri di Acque e strade e la sua figura è stata al centro di due precedenti mostre organizzate nel suo paese di origine, Romano di Lombardia (BG).

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