Belforte: dal sottosuolo
tombe dell'Età del Ferro?
Oltre alle ossa, sono state trovati anche resti in ceramica, fotografati e consegnati alla Soprintendenza che li potrà mettere al sicuro. L’opera della Sap, peraltro, non ha stoppato il cantiere viabilistico che ha dato origine di fatto alla scoperta.

Non è la prima scoperta di questo tipo, in tema di archeologia, in zona. Si ricorderanno le sorprese emerse dal sottosuolo, ad esempio, a San Martino dall’Argine e ancora a Castelponzone. Stavolta siamo invece a Belforte di Gazzuolo, in località Carrobbio, dove si sta studiando un sito probabilmente risalente all’Età del Ferro.
A intervenire è la Sap società archeologica, che opera sotto la direzione della Soprintendenza dei Beni Culturali: a Gazzuolo la scoperta è avvenuta per caso, perché era stato avviato un cantiere per sistemare gli asfalti delle strade e genericamente per opere viabilistiche. Ma una volta scavato ecco la sorpresa: tre tombe a inumazione con resti ossei ancora sul posto.
Resta da capire se lì vicino vi siano altre parti del villaggio, dato che quello che possiamo considerare alla stregua di un piccolo “cimitero” non doveva essere distante appunto da un insediamento. Intanto il materiale sarà raccolto, catalogato e conservato, dopo che l’analisi dei reperti chiarirà se in effetti ci troviamo in presenza di un ritrovamento risalente all’Età del Ferro.
Oltre alle ossa, sono stati trovati anche resti in ceramica, fotografati e consegnati alla Soprintendenza che li potrà mettere al sicuro. In questi casi, infatti, il materiale rimovibile viene spostato al più presto, per evitare le razzie dei “tombaroli”. L’opera della Sap, peraltro, non ha stoppato il cantiere viabilistico che ha dato origine di fatto alla scoperta.
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