Gussola, maxi traliccio Iliad in
arrivo: "Comuni con mani legate"
"Se come pubblica amministrazione vuoi fare il fotovoltaico sulla scuola elementare che è edifici vincolato, lo devi fare rosso per non deturpare il paesaggio, costando così tre volte tanto con anche una minor resa, però é consentita la realizzazione di questi “mostri” in barba al paesaggio ed a tanto altro”. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
Gussola non ci sta, ma non può fare molto. Ha le mani legate, il comune, in merito all’installazione di un ripetitore Iliad dell’altezza di 35 metri, che sarà piazzato tra via Garibaldi, via Dossi e via Toselli, in pieno centro abitato e vicino alle case, ma in una zona privata, deturpando sia il paesaggio sia gli sforzi fatti per rendere più accogliente la zona. Tutto legittimo, ma il sindaco Stefano Belli Franzini lamenta la completa assenza di dialogo con la stessa Iliad, che si è fatta forza dei cavilli e non ha accettato consigli o trattative con l’amministrazione.
“Scrivo con molta tristezza – ha scritto il sindaco in un post su Facebook -. Devo avvisare ed avvertire la cittadinanza in merito allo sviluppo di nuove infrastrutture telefoniche sul nostro territorio comunale. A Gussola, Iliad, nota compagnia telefonica, sta per realizzare un nuovo ripetitore (torre, traliccio) dell’altezza di 35metri all’interno di un’area privata ubicata all’incrocio tra via Garibaldi, via Dossi, via Toselli. Per spiegare la situazione e la posizione dell’Amministrazione utilizzerò le parole dette nel consiglio comunale di mercoledì sera”.
“Da amministratore e come Amministrazione – spiega il sindaco – ci siamo sempre impegnati e continueremo a farlo per cercare di migliorare il nostro centro abitato, in senso estetico, in fruibilità, in servizi questo per renderlo più attrattivo, più verde, più moderno e migliore. Come amministrazione ci siamo sempre assunti le responsabilità ed anche fatto scelte di contrapposizione anche dure nell’interesse pubblico, come ad esempio facendo rispettare il contratto ad una multinazionale telefonica resistendo fin alla vittoria al Consiglio di Stato. Purtroppo a volte ti devi scontrare, come in questo caso, con norme e leggi che non tengono minimante conto delle comunità, delle sue peculiarità e soprattutto del loro rispetto e lasciano spazio quasi zero ad azioni di contrapposizione. Il sottoscritto, appena venuto a conoscenza della pratica presentata allo sportello SUAP, ha da subito dato mandato agli addetti comunali competenti di cercare ed avviare i contatti con la compagnia telefonica ed invitarla a non realizzare l’opera in quella posizione, proponendo aree alternative di proprietà pubblica proprio per far sì che l’impatto sulla comunità e sul paesaggio fosse stato il minore possibile. Purtroppo tutti i tentativi fatti sono andati a vuoto”.
“Lo scopo principale, quello del profitto, sia del privato che dell’operatore telefonico non ha voluto ascoltar ragioni, forti di normative e leggi che dirottano in modo sbilanciato il potere verso di loro e lasciano i comuni e le comunità sole. Tutto ciò con la motivazione dell’estensione dei servizi digitali su tutta la nazione. Io sono favorevole alle nuove tecnologie, ma queste devono, come in questi casi, trovare un confronto ed un accordo con le comunità locali. Le norme degli ultimi anni hanno tolto la potestà ai comuni di imporre, di limitare, di definire ed individuare. Anche dove é stato tentato, ha vinto il business, il potere del più forte e delle multinazionali che fatturano miliardi di dollari, in barba al paesaggio, alle comunità ed a tanto altro”.
“Tali servizi dallo Stato sono stati definiti di interesse pubblico, equiparati alle urbanizzazioni primarie quindi vanno in deroga a qualsiasi vincolo o strumento urbanistico, per questo non contano, distanze, altezze, zone. Altra iniziativa decisa dallo Stato in direzione degli operatori telefonici é quella di non far più pagare canoni in favore dei comuni per l’impatto sul territorio che era dai 10.000 euro annui in su, é stata appunto approvata una legge che impone solo il pagamento una tantum di 800 euro all’anno. Ovviamente questo non riguarda per i contratti stipulati su aree private come in questo caso, dove sicuramente non si parla solo di 800€ all’anno. Le contraddizioni in Italia sono all’ordine del giorno, faccio un esempio: se come pubblica amministrazione vuoi fare il fotovoltaico sulla scuola elementare che è edifici vincolato, lo devi fare rosso per non deturpare il paesaggio, costando così tre volte tanto con anche una minor resa, però é consentita la realizzazione di questi “mostri” in barba al paesaggio ed a tanto altro”.
“Anche il “pericolo” sanitario, viene meno se i parametri dichiarati nel progetto rientrano nei limiti definiti dallo Stato e gli enti competenti come in questo caso rilasciano i pareri favorevoli. I comuni su queste partite dichiarate di “interesse nazionale” hanno poco da dire e da fare. Quello che personalmente mi ha deluso è che l’interesse di un singolo andrà a discapito del paesaggio, della conformazione di una zona del nostro paese. Zona dove l’Amministrazione ha progetti di rinnovo, di sistemazione e realizzazione e di miglioramento, zona dove tanti cittadini hanno investito risorse e risparmi di una vita nelle proprie abitazioni. Esco sconfitto, non ho vergogna ad affermarlo, questa partita è quasi impossibile. Sono enormemente dispiaciuto, purtroppo questa volta pare che Golia abbia battuto Davide”.
G.G.