Politica

Gussola, popolazione
convinta dalla fusione: basterà?

Insomma, la situazione è molto chiara ed è quella che non era difficile prevedere alla vigilia: a Gussola nessuno si oppone al progetto, a Torricella l’impressione è che lo faccia, almeno al momento, la maggioranza.

Come da promesse, martedì sera l’ipotesi fusione è stata trattata anche a Gussola, dopo il primo incontro la sera precedente a Torricella del Pizzo. E come da premesse, tutto è filato liscio come l’olio.

Nonostante la concomitanza con un’importante partita di Champions League, il pubblico ha presenziato numeroso presso la Sala Civica, ex Centro Culturale. Almeno un centinaio di persone hanno seguito la presentazione, articolata ed esaustiva, fatta dal sindaco Stefano Belli Franzini, affiancato al tavolo da alcuni consiglieri e dal sindaco di Torricella Sigrid Bini.

Il primo cittadino ha spiegato tutti i benefici che deriverebbero dall’operazione di fusione per incorporazione, i motivi della tipologia di fusione scelta, le variazioni nella pianta organica e negli investimenti che sarebbe possibile ottenere da subito in caso di buona riuscita dell’operazione. Poi ha lasciato la parola a due consiglieri di opposizione, che si sono dimostrati assolutamente in linea con lui: il capogruppo Massimo Rossini ha detto che a suo parere le fusioni tra alcuni anni saranno un obbligo non remunerato, motivo per il quale conviene procedere oggi («È un treno da prendere, un treno importante»), mentre Nicolò Mangoni ha ricordato di aver vissuto da consigliere comunale tutto il percorso dell’unione Terrae Fluminis e affermato come gli amministratori siano chiamati ad agire con senso di responsabilità, in un’ottica a lungo termine.

In seguito è stato chiesto al pubblico di intervenire, ma c’è voluto molto per aprire i microfoni in platea, tutto il contrario di quanto avvenuto la sera prima a Torricella, dove decine di interventi avevano scaldato il clima, e gli animi. L’impressione è che, saputo come erano andate le cose 24 ore prima, si cercasse di evitare qualsiasi forma di polemica, per evitare di compromettere un percorso comune. Per rompere il ghiaccio, ha speso due parole Sigrid Bini per motivare il suo sì alla fusione, poi Belli Franzini ha cercato di riassumere i motivi dei dubbi dei torricellesi, basati soprattutto sulla paura di perdere la propria identità.
Quindi qualche cittadino ha chiesto la parola: tutti molto favorevoli alla fusione.

Insomma, la situazione è molto chiara ed è quella che non era difficile prevedere alla vigilia: a Gussola nessuno si oppone al progetto, a Torricella l’impressione è che lo faccia, almeno al momento, la maggioranza.

Si conferma la grande difficoltà a procedere sulla via delle fusioni: per chi governa è una patata bollente (l’Italia è il paese dei campanili), quindi piuttosto che obbligare dall’alto i comuni a fondersi (ipotesi altamente impopolare per ogni governo) si preferisce procedere a suon di incentivi economici. Ma questi non bastano a convincere i cittadini ad abbandonare i campanili, e a dire di no sono sempre le realtà più piccole, che temono di scomparire, di diventare semplici frazioni. Non è che le cose stiano proseguendo al meglio nemmeno nelle vicine San Daniele Po e Pieve d’Olmi, dove il rapporto tra le due popolazioni è più equilibrato, ma anche qui le resistenze non mancano.

Tornando a Terrae Fluminis, forse qualche rassicurazione (tangibile) in più e qualche modifica al progetto potrebbe aiutare a modificare il quadro.

V.R.

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