Politica

Fusione in salita: Torricella verso
il no (e Viola non è più vice)

Una diffidenza di base che sarà difficile superare nel cammino che secondo le intenzioni dei due comuni dovrebbe portare al referendum di settembre. Referendum che però, al momento, è tutt’altro che certo. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Non è proprio andata liscia come l’olio la prima serata di presentazione del progetto di fusione tra Gussola e Torricella del Pizzo. Anche in questo caso era facile prevedere che le più grandi perplessità venissero dal comune più minuscolo, come già avvenuto molte volte in passato nel caso di progetti di fusione saltati, e la tradizione è stata pienamente rispettata.

Era gremita la palestra di Torricella lunedì sera, dove era stata fissata la prima delle due serate di presentazione (la seconda martedì 18 aprile a Gussola). Presenti i componenti dell’intero Consiglio comunale oltre ai componenti la giunta (e alcuni consiglieri) di Gussola.

L’incontro pubblico è iniziato con la presentazione, da parte del sindaco di casa Sigrid Bini, dei contenuti del progetto e dei vantaggi derivanti dall’operazione di fusione. Una mezzoretta che ha ricevuto l’attenzione di tutti i presenti, a cui è poi seguita la raffica di domande da parte del pubblico.

È innegabile che le perplessità siano state superiori ai consensi: mentre la maggioranza dei consiglieri comunali ha cercato di difendere il progetto (solo uno di loro, la vice sindaco Mara Viola, aveva espresso voto contrario all’avvio dell’iter), buona parte della cittadinanza si è schierata contro.

Tra i vantaggi sottolineati, soprattutto fattori di ordine economico: grande risparmio grazie alla sinergia e alla presenza di un solo Consiglio comunale, superamento di problemi finanziari che attanagliano l’Amministrazione comunale di Torricella, la promessa di contributi straordinari (dovuti alla fusione) per oltre 6 milioni di euro (equamente divisi per i prossimi dieci anni). Ma anche la possibilità di diventare il terzo comune in Provincia per estensione (ognuno dei due è grande circa 25 kmq) con grande impatto nell’area a ridosso del fiume Po, occupata soprattutto da Torricella.

Tra i motivi di perplessità, emerge in primo luogo il grande timore di diventare una frazione di fatto del più popoloso comune limitrofo (che ha 2700 abitanti a fronte dei nemmeno 600 torricellesi). Il progetto non è di fusione ordinaria, bensì di incorporazione, e le rassicurazioni in merito all’adozione di misure di partecipazione e decentramento (l’istituzione del “Consiglio di Municipio” con funzioni di iniziativa, proposta e vigilanza) non sono sembrate garanzia sufficiente. Secondo motivo di perplessità, l’iter considerato frettoloso, coi cittadini che hanno chiesto di essere coinvolti prima di avviare il processo.

Nel corso della serata è stato anche richiesto l’intervento di Mara Viola, la quale ha lamentato la recente decisione del sindaco Bini di toglierle la carica di vice sindaco a seguito di quel voto contrario.

L’impressione alla fine è di uno scontro dal sapore classico già visto e rivisto: i più grandi che imputano ai piccoli la scarsa visione prospettica e un legame sentimentale col passato che offusca l’evidente convenienza progettuale, i piccoli che, sentendosi da sempre poco considerati dai vicini nelle loro iniziative, temono che il recente avvicinamento sia dovuto soprattutto all’ottenimento di vantaggi. Una diffidenza di base che sarà difficile superare nel cammino che secondo le intenzioni dei due comuni dovrebbe portare al referendum di settembre. Referendum che però, al momento, è tutt’altro che certo.

V.R.

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