Pioppi canadesi tagliati in riva
al fiume. Leoni: "Erano pericolosi"
"Abbiamo agito a tutela e a salvaguardia delle persone, non potevamo fare diversamente anche perché, fosse successo qualcosa, poi la responsabilità è nostra, ed è una responsabilità penale"
Avevano 40 anni. Se le ricorda bene Arcangelo Pirovano, uno di quelli che quelle piante le aveva messe a dimora quando l’area era divenuta zona camping. Era l’inizio degli anni 80. Arcangelo, nell’area, aveva piantato pioppi bianchi, tigli e platani. I pioppi canadesi – quelli tagliati – invece li aveva piantati Gabanina che di quel camping era il custode. Hanno contribuito in tanti ad aumentare il patrimonio arboreo di quel pezzo di terra che è l’accesso del fu Parco Golena del Po. Oggi quel parco (se non si considerano le sprocche di qualche progetto i cui frutti forse si vedranno tra dieci anni, siccità permettendo) è un po’ più povero. Almeno per il momento.
Sui social si è scatenata intanto la disapprovazione. “Le piante erano sanissime – sostiene Arcangelo Pirovano, uomo di fiume che per una vita e per professione si è occupato di verde – forse avevano bisogno di qualche potatura in quota“. Ma anche la politica non è stata zitta a riguardo.
Pierluigi Pasotto (Rive Gauche e CNC): “Qualcuno può semplicemente spiegare il perché? Se un motivo, tecnico, esiste è possibile semplicemente e pubblicamente saperlo dall’ufficio ambiente del Comune o dal Consorzio Forestale Padano? O dobbiamo partire con una lunga trafila di accesso agli atti? Democrazia è partecipazione, diceva Gaber, ma anche trasparenza aggiungo io“.
Annamaria Piccinelli (Vivace & Sostenibile): “Di nuovo diverse piante tagliate. Stiamo cercando tutti i chiarimenti, ma la sensazione è che in questa amministrazione ci siano troppi geometri amanti dei cantieri e molti meno amanti del nostro paesaggio“.
L’Amministrazione intanto ieri ha dato un chiarimento sulla vicenda. A parlare Vanni Leoni, che ha seguito tutto l’iter: “Abbiamo fatto come sempre facciamo e su tutto il territorio di nostra competenza analisi sullo stato delle alberature. Secondo la perizia del dottor Panena quelle piante andavano tagliate, a maggior ragione perché gravavano su un’area in cui d’estate c’è un’attività commerciale. Un urgenza dunque perché sempre secondo la perizia risultavano molto pericolose. Abbiamo agito a tutela e a salvaguardia delle persone, non potevamo fare diversamente anche perché, fosse successo qualcosa, poi la responsabilità è nostra, ed è una responsabilità penale. Ci sono zone come il tunnel degli olmi dove ci sono piante ammalorate, ma lì possiamo agire con più calma. Lì no. Poi capisco che un taglio colpisca sempre a seconda delle varie sensibilità. Peraltro vorrei tranquillizzare chi si lamenta del taglio. Avremo un saldo comunque in positivo perché mentre abbiamo rimosso quelle quattro piante si è deciso pure per la piantumazione di altri cinque alberi in prossimità di quelli tagliati“.
Nazzareno Condina (FOTO: Alessandro Osti)