La Bastia apre al pubblico: storia
e misteri nella ricerca di Rosa
La Bastia a Martignana di Po ha dunque aperto al pubblico in questo weekend di primavera su iniziativa del FAI. Tra i tanti contributi, ve n’è uno da parte dello storico del territorio Costantino Rosa che cerca di indagare il mistero legato a questa villa e soprattutto la sua storia.
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La Bastia a Martignana di Po ha dunque aperto al pubblico in questo weekend di primavera su iniziativa del FAI. Tra i tanti contributi, ve n’è uno da parte dello storico del territorio Costantino Rosa che cerca di indagare il mistero legato a questa villa e soprattutto la sua storia.
“Per la verità il contributo di conoscenza è di due fratelli sacerdoti – spiega con un post su Facebook Rosa -: don Carlo e don Pietro Paolo Carnevali, originari di Casalbellotto, amanti del tenere delle annotazioni durante il loro ministero, l’uno parroco a Quattrocase e l’altro parroco a Martignana di Po. Il periodo storico: la metà del XVIII secolo. Don Carlo Carnevali ha ben due annotazioni sul suo diario, annotazioni che mettono ben in luce i rapporti fra Martignana di Po, la villa “La Bastia” e Quattrocase.
La prima annotazione del 17 di agosto del 1741 ci ricorda che: “dovendo io necessariamente andare a Martignana per confessare la Sig.ra Marchesa donna Maggi Vittoria Lodi con tutta la Casa, come avevo di costume, lassiai per fare le mie vecj il Sig,r Don Giovanni Maria Velluti di Sabioneta Capellano del SS.mo Rosario [infrarighe frase non chiara] vedendo affatto la casa tutta cadente, e marcia diede ordine fosse tutta atterrata da fondamenti”. (In pratica intanto che si trovava a Martignana di Po, il suo sostituto vista la situazione della canonica drammatica, chiamò dei muratori e la fece abbattere!)”.
“Importante testimonianza di don Carlo di una frequentazione di casa Lodi, proprietari del palazzo – spiega poi Rosa – . Ora è da sottolineare l’espressione “necessariamente” a significare che esisteva un consolidato rapporto fra la famiglia Lodi e il don Carnevali stesso. Probabilmente il rapporto risaliva al tempo in cui il Carnevali era curato della Parrocchia di Martignana di Po (Parroco don Giulio Cesare Consoli). La seconda annotazione (che fra l’altro conferma i solido rapporto sopra citato) è ancora più significativa poiché: “Ritrovandomi in casa Lodi in Martignana, come avevo sempre di costume in quei tempi, e facevo colà le mie vacanze, essendo gravemente infermo il Sig,r Marchese Francesco Lodi figlio del Sig.r Marchese Giuseppe finalmente doppo aver ricevuto tutti li sacramenti con grande devotione spirò l’anima alle ore cinque di notte in ponto nelle mani del Signore con la mia assistenza, et alla sera del 31 agosto fu trasportato con gran pompa il suo cadavere nella Chiesa Parochiale di Martignana, et al primo di settembre gli fu data sepoltura con grande honore e pianto di tutti, e fu sepolto in un Arca in faccia alla B.V. delle gratie”.
“La notizia è rilevante – precisa Rosa – in quanto si collega al bellissimo lavoro fatto da Mirko Cavalli (Martignana di Po, storia e cronaca di un borgo rurale dalle origini al 1950) che scrive che il Marchese Giuseppe decise di vendere la “Bastia” ai Bettinelli di Cremona, fatto che avvenne successivamente alla morte del figlio. Ma, sempre al fine di ricordare i rapporti instaurati, dobbiamo dire che il don Carlo Carnevali si portava spesso appresso il fratello don Pietro Paolo, anch’esso sacerdote, cresciuto a Casalbellotto e Quattrocase e Cremona, che rimase talmente ben impressionato della realtà di Martignana di Po tanto che partecipò al concorso per poter accedere alla parrocchia stessa. Anche lui scrisse un diario (memorie) da cui s’impara che durante il suo ministero presso la “Bastia” il 17 luglio 1772 ebbe a sostare il Duca di Modena Francesco III Maria, fino all’anno precedente Governatore Generale dello Stato di Milano, con la moglie (sposata segretamente) Contessa Maria Renata Teresa von Harrach, vedova del Conte Palatino Don Antonio Maria Melzi”.
“L’oratorio posto presso la Villa “La Bastia” venne più volte utilizzato da Don Pietro Paolo – precisa Rosa – in attesa della nuova Chiesa. Infatti don Pietro Carnevali scrive: “Ringraziato il Signore che gionse à ponto detto paramento per la benedittione della nuova Chiesa, quale, (veramente portendo) questa fu cominciata con la positione della nuova pietra dal Sig D Giulio Consoli il primo Ap le 1754 festa della Passione del Sig re e finita il 31 9bre, che vale dire mesi sedeci nell’anno 1755, et benedetta il giorno e festa Titolare di Santa Lucia al doppo pranso, giorno di sabbato dove si cantò messa solenne nell’Oratorio del Palazzo la mattina da mio Fratello D Carlo Carnevali Rettore di Q ro Case. I Vespri poi solenni nella nuova chiesa, dove preventivamente con sollenne processione fu portato il SS mo Sacramento (e qui lascio à considerare il somo giubilo et allegrezza del Popolo). Alla mattina impatiente celebrai io la prima messa, cantata la solenne co vespri dal Sig D re D Andrea Ghislina Prevosto di Gussola”. Il Ghislina Andrea era il figlio del famoso pittore Marc’Antonio. Piccolo, vero, il nostro mondo antico!”.
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