Il flusso di migranti in arrivo:
Prefetto avverte il Casalasco
Buona la presenza di primi cittadini, che non hanno mancato di porre domande al Prefetto, il quale ha chiesto massima collaborazione, perché si prevede un arrivo in massa di migranti (come ha testimoniato anche la recente tragedia di Cutro) a cominciare dalle prossime settimane. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
Il piano, per la prossima primavera, è quello dell’accoglienza diffusa: nel Casalasco così come in tutta la provincia di Cremona. Si parla ovviamente di migranti e ad illustrare il percorso è stato il Prefetto di Cremona Corrado Conforti Galli, che alle 17.30 di lunedì pomeriggio ha incontrato i vari sindaci del territorio Casalasco in sala consiliare a Casalmaggiore. L’incontro è avvenuto a porte chiuse ma è stato poi possibile ricostruire i temi affrontati – per la verità un solo macro tema – dalle parole dei sindaci, abbastanza concordi nel seguire la linea dettata dal Prefetto.
Buona la presenza di primi cittadini, che non hanno mancato di porre domande al Prefetto, il quale ha chiesto massima collaborazione, perché si prevede un arrivo in massa di migranti (come ha testimoniato anche la recente tragedia di Cutro) a cominciare dalle prossime settimane, anche se in realtà l’esodo può dirsi già iniziato.
L’importante – è stato spiegato – è che nessuno si sottragga al dovere dell’accoglienza, cercando da subito di “precettare” strutture che siano disposte a dare una mano in questo senso. La volontà, in particolare, è di portare avanti una distribuzione capillare, che tenga chiaramente conto anche dell’estensione del comune e del numero di abitanti, rispettando così un rapporto di proporzione. Per capirsi, Casalmaggiore avrà una quota più alta di Motta Baluffi ma ogni comune dovrà sondare la disponibilità di strutture ricettive.
E’ di fatto superato il periodo del no e del muro contro muro, cercando invece una proficua collaborazione nella distribuzione, ricordando anche che nel Casalasco è attivo il cosiddetto ex SPRAR nella zona piadenese, ossia il servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che unisce Piadena Drizzona e i comuni limitrofi in un percorso comune.
Approssimativamente ogni 100 arrivi, come già era stato spiegato a Cremona lo scorso 8 marzo nella prima riunione sul tema, 6 dovrebbero essere accolti in strutture cremonesi (e dunque anche casalasche). Una previsione che deve fare i conti con la quasi completa saturazione delle strutture disponibili, anche se si tende ad arrivare la proposta alternativa (che è l’esatto contrario dell’accoglienza diffusa), quella cioè di individuare grandi hub dove sistemare in numero cospicuo i migranti giunti in Italia e smistati poi dalle varie Regioni.
Giovanni Gardani