Cultura

Stasera a Piadena l'ultimo
romanzo di Guido Moreschi

"Questo romanzo germoglia da un nucleo di fatti reali, lontani quanto inverosimili, assemblati dalla fantasia dell’autore e farciti da una generosa dose di saccarosio. La vicenda si snoda a Casalmaggiore e dintorni fra le abitudini e i volti noti degli anni ‘80".

Sarà presentato venerdì 10 marzo alle ore 21 in biblioteca a Piadena Drizzona il romanzo di Guido Moreschi “La scomparsa della scarlot di marene”. Dialogherà con l’autore Claudio Ardigò all’interno della rassegna “Parliamone con gli autori”.

Guido Moreschi è nato nel 1965 a Casalmaggiore, dove vive. E’ ingegnere elettronico e lavora in un’azienda siderurgica. E’ stato anche insegnante di materie scientifiche, copywriter e giornalista. Svolge tuttora l’attività di cronista per testate locali (in primis per il settimanale “Il Piccolo” di Cremona). A partire dagli anni ‘80 ha collaborato a numerose pubblicazioni di carattere storico-culturale e sportivo. Nel 2000 ha firmato con Gianni Costa il libro “Tra via Marconi e la Baslenga – Trent’anni di Pallavolo Casalasca”, nel 2014 ha pubblicato il romanzo “L’argine al volo” (N.E.C.) e nel 2016 è stato fra gli autori del libro curato da Paolo Nori “Repertorio dei matti della città di Parma” (Marcos y Marcos). “La scomparsa della scarlot di marene” (Giacovelli Editore) è il suo secondo romanzo.

Claudio Ardigò, critico letterario cremonese, è da tempo collaboratore con librerie e associazioni culturali nella presentazione di autori. È uno degli organizzatori della Fiera del Libro di Cremona e collabora come editor per diverse case editrici. È stato giurato in numerosi e importanti premi letterari tra i quali Bancarella e Campiello, Socio dell’Associazione Licenza Poetica e Presidente di Giuria del Concorso LetterALPoetico Fotografico dal 2017. E’ inoltre autore di poesie ed esperto dell’opera del poeta argentino Borges. Tra i suoi altri impegni nel sociale, è Dirigente del Terzo Settore di Cremona, Presidente Provinciale del Centro Sportivo Italiano di Cremona e organizzatore di diverse manifestazioni sportive, tra cui una gara di Triathlon solo per disabili unica nel suo genere in Italia.

“Siamo nel 1985. Un ladro misterioso – si legge nella sinossi – ruba la Fiat Panda del diciottenne Sergio Bonetti in pieno giorno. Nessuno vede niente. Sembra un lavoro da professionisti. Sulla stessa Panda l’amico Bruno Maestri ha lasciato un dolce con cui sperava di far colpo sulla ragazza dei suoi sogni. Si trattava della scarlot di marene, che dà il titolo al romanzo. Il giorno dopo accade un altro fatto misterioso: scompare a due passi dalla piazza la Panda di Egisto Valli, fornaio sessantenne prossimo alla pensione. Attorno a questi due episodi, apparentemente scollegati, ruota la storia narrata da Guido Moreschi che recupera alcuni personaggi del suo primo romanzo (“L’argine al volo”) inserendone altri del tutto nuovi in una cornice di coincidenze imprevedibili e divertenti.

E’ giusto lasciare al lettore il piacere di scoprire ciò che accade pagina dopo pagina, ma non si può non accennare alle ricette, una trentina, che chiudono il libro. Si tratta di dolci annotati da una prozia dell’autore (nel romanzo rinominata “zia Marta”) su un libricino del 1923. La “scarlot di marene” è un dolce che propone un ripieno a base di amarene, zucchero e amaretti sbriciolati su una base di pasta frolla o di biscotti bagnati nel marsala.

Questo romanzo germoglia da un nucleo di fatti reali, lontani quanto inverosimili, assemblati dalla fantasia dell’autore e farciti da una generosa dose di saccarosio. La vicenda si snoda a Casalmaggiore e dintorni fra le abitudini e i volti noti degli anni ‘80, i colori e i sapori della Bassa padana, i turbamenti sentimentali dei giovani e le preoccupazioni degli adulti. Prima di cominciare a scrivere Moreschi si era procurato, proprio grazie alla biblioteca di Piadena, il libro di Brigitte Glaser “Morte sotto spirito”: un giallo ambientato nella Foresta Nera con  una selezione di ricette finali a base di prodotti tipici, ciliegie incluse. E, quando si ha a che fare con le ciliegie (o le amarene), una tira l’altra”.

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