Gabbiani morti nel Mantovano,
torna l'incubo influenza aviaria
La raccomandazione, di fronte ad animali morti, è quella di "non toccarli e di chiamare il Servizio Veterinario di Ats Val Padana o la Polizia provinciale, che si occuperà di recuperare in maniera sicura le carcasse” conclude il dottor Traldi.
L’ombra dell’influenza aviaria torna a far preoccupare le autorità sanitarie: ultimo in ordine di tempo è stato il ritrovamento di cinque gabbiani morti proprio a causa di questa patologia in provincia di Mantova, mentre sul Bresciano la situazione è ancora peggiore, con decine di questi volatili trovati senza vita.
“Tutti i volatili, ritrovati nell’arco dell’ultimo mese, sono risultati positivi per influenza aviaria ad alta patogenicità” evidenzia il dottor Vincenzo Traldi, direttore del Dipartimento One Health di Ats Val Padana. “Sul Cremonese per il momento non ci sono stati casi, ma stiamo monitorando costantemente il territorio”.
Questo grazie a un Piano di Monitoraggio della fauna selvatica che prevede campionamenti di diverso tipo: “Sia in modo passivo, ricevendo attraverso la Polizia Provinciale carcasse di volatili deceduti ritrovati sul territorio, che vengono analizzati dall’Istituto Zooprofilattico di Brescia, ma anche con monitoraggi attivi, attraverso la collaborazione dei cacciatori in alcune postazioni di caccia. Inoltre vengono fatti anche monitoraggi di fauna selvatica nei parchi. A Cremona c’è il parco Oglio Nord che fa campionamenti di routine sui volatili selvatici. Infine, c’è tutto l’ambito degli animali detenuti negli allevamenti, nei quali facciamo controlli con routine quindicinali nelle aree a maggior rischio, attraverso tamponi tracheali” continua il medico.
“Si tratta di controlli fondamentali, in quanto “ogni tanto si verificano focolai negli allevamenti: gli ultimi sono di fine 2022 in alcuni comuni del Casalasco”. Dunque, sebbene per il momento l’influenza aviaria non ha evidenze di passaggio ad altre specie, la patologia viene monitorata con attenzione, proprio per evitare il più possibile i contagi negli allevamenti, che poi vanno abbattuti, con tutti i costi del caso.
In ogni caso, conclude il dottor Traldi, “è importante non fare allarmismo. Certo, dal Covid in poi c’è più attenzione rispetto alle patologie degli animali, ma nel caso dell’influenza aviaria per ora siamo assolutamente tranquilli. Abbiamo anche mappato tutte le categorie a rischio, come macellatori e allevatori: per loro tutto il comparto sanitario è attenzionato per rilevare qualsiasi eventuale problema”.
In conclusione, la raccomandazione, di fronte ad animali morti, è quella di “non toccarli e di chiamare il Servizio Veterinario di Ats Val Padana o la Polizia provinciale, che si occuperà di recuperare in maniera sicura le carcasse” conclude il dottor Traldi.
Laura Bosio