Religiosi di Pieveottoville:
don Lino e Pietro Accarini
Due figure missionarie, quelle dei fratelli Pietro e di padre Lino Accarini, germogliate nelle terre del Grande fiume, animate da una fede autentica e profonda, improntata all’amore verso il prossimo, che meritano di essere ricordate

Pieveottoville, suggestivo borgo emiliano accarezzato, come tanti altri, dalle acque del Po, in un territorio dalle terre particolarmente fertili, culla di antichi saperi, speciali tradizioni e sapori d’altri tempi ha, forse, un piccolo primato per quanto riguarda le vocazioni religiose. La terra fertile che si estende tra il Po e la Rigosa, tra nebbie invernali e calure estive, ha fatto da “humus” alla fioritura, nel tempo, di un numero elevato di persone, uomini e donne, che hanno deciso di dedicare la loro vita a Dio e alla Chiesa.
Per quanto riguarda i sacerdoti, a Pieveottoville sono nati monsignor Mario Corrardi, don Frumenzio Casotti, don Amilcare Capelli, don Giovanni Angelo Bersani, don Antonio Ariozzi, don Piergiorgio Galli. Monsignor Vincenzo Pasetti e don Alessandro Bocelli. Tra i religiosi lo stimmatino padre Angelo Marcotti e, tra le religiose, suo Maria Franca Gnappi (Orsoline di Maria Immacolata), suor Natalina Pasqualinotto (Salesiana di San Giovanni Bosco), suor Sofia Brambilla (Figlia di sant’Anna), suor Terenzia Varoli (Missionaria dell’Immacolata Regina Pacis), suor Anna Germana Vellini (missionaria delle Figlie di Sant’Anna, tuttora vivente, in missione da settant’anni in Bolivia), suor Marianna Luisa Cipelli e suor Maria Rosaria Cipelli (sorelle entrambe Orsoline di Maria Immacolata), suor Vincenza Bersani (suora missionaria dell’Immacolata Regina Pacis), suor Benigna Dioni (suora della Divina Provvidenza per l’Infanzia Abbandonata) e suor Antonia Cavagna (anche lei suora della Divina Provvidenza per l’Infanzia Abbandonata).
Ma a Pieveottoville hanno avuto i natali anche altri due religiosi, entrambi saveriani, i fratelli Pietro Accarini (Chierico professo della Società “San Francesco Saverio” delle Missioni Estere di Parma) e don Lino Accarini. Questi meritano una menzione a parte, perché di Pietro Accarini ricorre il 95esimo della morte ed il 115esimo della nascita.
Proprio in occasione del 95esimo della morte, lo storico e studioso locale, ed ex sindaco, Gaetano Mistura, ha dedicato un interessante opuscolo, tenendone viva e onorandone la memoria. La sua è una vicenda umana tanto significativa quanto toccante. Nacque a Pieveottoville il 9 ottobre 1908 e morì a Parma il 31 maggio 1928, non ancora ventenne quindi.
Una vocazione molto salda la sua, animata da una fede autentica e profonda. Ma la sua vita, a causa di una grave malattia, terminò molto presto. Terminati gli studi elementari entrò nel Seminario vescovile di Fidenza dove compì tutto il corso ginnasiale, ma in lui si sviluppò sempre più forte il germoglio preziosissimo della vocazione missionaria e nel 1924 entrò nella Società “San Francesco Saverio” delle Missioni Estere di Parma.
Da subito evidenziò quelle straordinarie e non comuni qualità che, per altro, aveva già ben manifestato e lasciavano facilmente presagire che un giorno sarebbe diventato un infaticabile lavoratore nel campo delle missioni. Ma le vie del Signore non sono come quelle degli uomini. Infatti, dopo aver appena iniziato il primo anno del corso teologico, il 29 ottobre 1927 si ammalò e, per un mesetto, rimase nell’infermeria. Di nuovo si ammalò all’inizio del 1928 e non si riprese più.
L’11 maggio, circondato da tutti i fratelli con cotta e candela, ricevette il Santo Viatico e l’estrema Unzione emettendo la Professione perpetua dei voti religiosi circondato da viva commozione. Nella memoria di un confratello si legge “Il suo volto era raggiante, la sua pietà una edificazione”. Si spense il 31 maggio 1928 e tra i primi ad accorrere ci fu il fondatore dei missionari Saveriani, San Guido Maria Conforti che, il 2 giugno, in occasione dei funerali celebrati nella cappella dell’Istituto, pronunciò l’elogio funebre. Elogio integralmente pubblicato da Gaetano Mistura nel libretto dedicato al Chierico professo Pietro Accarini. Una pubblicazione che consente di ripercorrere il cammino terreno e riscoprire le preclare virtù dello stesso religioso, con documenti anche in parte inediti, messi gentilmente a disposizione da Lucia Accarini, nipote dello scomparso e fedele custode della sua memoria.
La strada delle missioni fu percorsa anche da don Lino Accarini (fratello di Pietro), nato anche lui a Pieveottoville (il 14 settembre 1920) e morto nel 1984. Come si legge nel “Ricordo di Padre Lino” stilato dal compianto e indimenticato parroco Don Paride Godi e pubblicato su “Diario POV” n. 5 sett. – ott. 1984 (documento messo cortesemente a disposizione da Gaetano Mistura), padre Lino “A 10 anni entrò nelle missioni estere di Parma, dove già il fratello Pietro studiava e che la morte colse appena ventenne, dopo una malattia durata diversi mesi.
Don Lino fece il noviziato nella Casa di San Pietro in Vincoli a Ravenna, venne ordinato sacerdote il 29 giugno 1945 e partì missionario, prima nel nord America e poi in Scozia. Ammalatosi, tornò in Italia e, per non ritirarsi dall’attività pastorale, chiese di entrare a far parte del clero diocesano della diocesi di Parma. Fu quindi nominato parroco di Villula, una piccola frazione del comune di Corniglio ove rimase otto anni, venne poi trasferito alla parrocchia di Montesalso ove svolse il suo ministero fino alla morte, sopravvenuta per problemi cardiaci. Dotato di belle qualità, esuberante di carattere, disponibile e instancabile nella sua attività pastorale si sentiva “l’uomo per gli altri”.
Negli ultimi anni, portò la sua croce con fede e rassegnazione. Scrisse allora al Vescovo Pasini pure ammalato: “Il Crocifisso dice tante cose a me e a Lei: dice che dobbiamo camminare per la strada del Signore, che è la strada della croce”. Alla morte, a 64 anni di età, la comunità pievana, che lo aveva visto partire missionario carico di fervente entusiasmo nel lontano 1949, ha partecipato numerosa alla messa di suffragio celebrata in collegiata ricordandolo sacerdote, amico cordiale, che ha onorato con la Sua vita la chiesa e il paese che gli ha dato i natali”.
Due figure missionarie, quelle dei fratelli Pietro e di padre Lino Accarini, germogliate nelle terre del Grande fiume, animate da una fede autentica e profonda, improntata all’amore verso il prossimo, che meritano di essere ricordate. Magari, chissà, non solo con una funzione religiosa, ma anche con la dedicazione di una strada o di una sala nel loro paese natale.
Eremita del Po, Paolo Panni