Arte

Fotocine e Mortara, una mostra
disseminata edicola e biblioteca

L’esposizione delle immagini del nuovo progetto, CATTEDRALI DI TUTTI I GIORNI, continua nella vecchia Edicola Liberty in piazza Garibaldi. Il tema, suggerito dai nuovi soci del corso di fotografia, è subito parso a tutti una buona idea

Un mucchio di sassi smette di essere un mucchio di sassi nel momento in cui un singolo uomo lo contempla, portando con sé l’immagine di una cattedrale (Antoine de Saint Exupéry)

Dopo un lungo momento di pausa dovuto alla pandemia, riprendono la sinergia e la collaborazione tra il Fotocine Casalasco 1966 APS e la Biblioteca Mortara con una micro-esposizione fotografica disseminata nelle sale della Biblioteca, “a dimostrazione – spiega Santina Maldotti – che le molteplici identità della nostra Istituzione, che è piazza del sapere e dello stare insieme, accolgono altri modi di fare cultura, quali la nobile arte della fotografia, di cui i membri del Fotocine sono non solo magnifici interpreti ma pionieri alla costante ricerca del nuovo, del bello, dell’infinito, del metafisico e del sublime in stretta connessione col mondo, la realtà, la natura, col nostro intimo, il nostro vivere quotidiano, tema quest’ultimo dell’esposizione. Non sorprende quindi, e al tempo stesso meraviglia, veder esposto in sala Consultazione un piatto di marubini in surbir col vino rosso spumeggiante o in corridoio le mani sapienti di una sfoglina e ancora il risveglio mattutino nell’immagine di sé riflessa o i tre diversi modi di godersi il sofà”.

Tra copertine di libri nei loro scaffali e l’odore magico della carta è bello fermarsi a mirare il nostro quotidiano attraverso lo sguardo del fotografo e riconoscersi in esso lasciandosi scappare un sorriso o una riflessione. L’esposizione delle immagini del nuovo progetto, CATTEDRALI DI TUTTI I GIORNI, continua nella vecchia Edicola Liberty in piazza Garibaldi. Il tema, suggerito dai nuovi soci del corso di fotografia, è subito parso a tutti una buona idea e ne riportiamo qui i contenuti sintetizzati da due partecipanti, Laura Giacomelli e Stefania Poli. Quotidianità è una parola che richiama alla mente la routine, il solito vivere eppure, basta un niente per evocare ricordi ancestrali e rendere grandi e carichi di emozione i piccoli momenti quotidiani: i primi raggi di luce del mattino, il tenue chiarore lunare della notte che filtra dalla finestra, la pioggia dietro ai vetri, i sapori, gli odori, i suoni ed ecco che, come Les Petites Madeleines proustiane generano una memoria involontaria, così le immagini degli artisti riportano chi guarda a stralci di vita vissuta. Nella rassegna emerge il dialogo costante che l’occhio, lente d’ingrandimento dell’anima del fotografo, ha con la luce e ciò che lo circonda: oggetti, abitudini, le relazioni con gli altri, le incertezze del futuro danzano con la luce in un carosello di immagini ipnotiche.

Scrive Stefania Poli a mò di sinossi: “Luci, colori, profumi, suoni ed atmosfere che scandiscono i nostri giorni, piccole abitudini di sempre, luoghi, oggetti e situazioni se intesi solo come routine diventano invisibili. La cornice discreta che accompagna il nostro impercettibile ma continuo ed inevitabile mutamento. C’è tanto di noi nei risvegli pigri, carichi di sogni a metà, nell’ aroma caldo del caffè, nei visi cari, nei luoghi di passaggio, negli incontri fuggevoli in treno o nella metro. C’è tanto di noi tra le mura di casa, tra i biglietti di carta, nei profumi in cucina, nelle immagini riflesse in uno specchio. C’è tanto di noi al lavoro, al bar, nello sport, nelle spese. Parlano di noi le finestre che ci attendono, le pantofole all’ingresso, le fusa di un gatto, il plaid sul divano. É bello talvolta spalancare le finestre, inondare di luce nuova le vecchie abitudini. Togliere la polvere dai vecchi mobili per riscoprirne la bellezza. Ci scopriamo turisti sorpresi tra le pareti di casa, tra percorsi ricorrenti e gesti ad occhi chiusi. Nel nostro quotidiano si celano le immagini dimenticate di chi siamo, di chi siamo stati e di chi saremo”.

Siamo davanti a un grande lavoro artistico colmo di significato, all’abilità di rappresentare e scardinare il significato di noiosa routine che si tende ad attribuire al quotidiano per elevarlo al suo nobile ruolo: qualcosa di profondamente e intimamente nostro, l’orma di noi stessi e del nostro passaggio che lasciamo negli oggetti e nei gesti di tutti i giorni, siamo le nostre soffitte straripanti di cose, siamo le nostre abitudini, siamo i nostri passi nel tempo, siamo Cattedrali di Tutti i Giorni.

Le immagini si possono ammirare esposte nell’Edicola Liberty in piazza Garibaldi e in Biblioteca Mortara fino al 6 di aprile ’23.

Giovanna Anversa

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