Cronaca

Gru cenerine in migrazione,
la meraviglia della natura

Passaggi meravigliosi, da osservare in assoluto silenzio. Puntualmente, come accade sempre di questi tempi, le gru cenerine sono dirette verso nord est, con meta le lande dell’Europa centrale, dove, come ogni anno, prima dell’estate si ripeterà il rito della riproduzione

Con l’inizio di marzo, i primi tepori ed i primi colori di una primavera che verrà, e di un inverno che cerca inevitabili colpi di coda, torna lo spettacolo della natura offerto dalle gru in migrazione. Uno spettacolo che solo chi frequenta le terre di Po, in silenzio e in cammino, ha potuto osservare (cosa diversa dal guardare) in questi giorni.

La maggioranza della gente non se ne è nemmeno accorta; molti, come sempre, preferiscono frequentare i soliti immancabili baracconi in cemento, dedicandosi allo shopping compulsivo, irrefrenabile ed irrinunciabile, come una sorta di goduria malinconica, ripetitiva, scontata. Buon per loro se trovano la felicità e la presunta serenità in questo.

Chi scrive queste righe ha scelto uno stile di vita ben diverso, profondamente allergico ai baracconi e ai mostri in cemento, alle adunate e alle cose di massa. Così, durante le quotidiane, consuete, camminate in solitaria (che non significa essere da soli, giusto ricordare che si può essere e sentirsi soli in un luogo gremito di persone e sentirsi in bella compagnia in un luogo in cui materialmente non c’è anima viva) lungo il Po in questi giorni si è potuto assistere alla meraviglia delle gru cenerine in migrazione che hanno solcato i cieli sopra il Grande fiume, tra Emilia e Lombardia. In particolare, soltanto tra venerdì e sabato, si sono osservare a Polesine Zibello, Stagno Lombardo, Pieve d’Olmi e dintorni.

Passaggi meravigliosi, da osservare in assoluto silenzio. Puntualmente, come accade sempre di questi tempi, le gru cenerine sono dirette verso nord est, con meta le lande dell’Europa centrale, dove, come ogni anno, prima dell’estate si ripeterà il rito della riproduzione.

Non si fermano da noi, salvo qualche raro atterraggio di alleggerimento, ma tra fine inverno e inizio primavera è possibile assistere al loro spettacolare passaggio. La migrazione stagionale, che prima dell’inverno è in senso opposto per trovare nel caldo africano e iberico l’habitat ideale per traguardare la stagione fredda, quest’anno si sta verificando, come da consuetudine, a inizio marzo.

Gli stormi di gru cenerine (Grus Grus) in migrazione verso il nord Europa, si riconoscono per la loro tipica formazione a – V – sempre accompagnate dal loro inconfondibile verso. Questi grandi uccelli infatti, che devono il loro nome al colore grigiastro del loro piumaggio e che possiedono un’apertura alare di circa due metri, sono dei veri e propri assi in fatto di migrazione arrivando a percorrere migliaia di chilometri spostandosi tra le regioni settentrionali dell’Europa e dell’Asia scendendo a sud fino al Marocco e l’Etiopia, per poi ricominciare tutto da capo.

Si cibano di cavallette, insetti, piccoli pesci, ma anche di vegetali (semi). Monogame per la vita, le Gru costruiscono i loro nidi in paludi ed acquitrini e depongono 2-3 uova di cui si occuperanno entrambi i genitori. Prima dell’accoppiamento però si prodigano in spettacolari danze in cui corrono e fanno balzi di circa 4 metri. A loro, l’augurio di un buon viaggio con il Grazie per la meraviglia con cui hanno dipinto, ancora una volta, le terre di Po.

Eremita del Po, Paolo Panni

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