Funerali di don Ennio Asinari
commozione in sua memoria
Prima della benedizione finale il Vescovo ha detto “Ringraziamo per il servizio differenziato ricco e incisivo di don Ennio alle diverse comunità di questo territorio. Che questo seme porti ancora frutto anche donando nuove vocazioni alla nostra Chiesa". GUARDA LA FOTOGALLERY E IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
Suscitava una certa emozione la bara di legno chiaro esposta in chiesa a Sabbioneta sin dalle 8 del mattino di lunedi in attesa del rito funebre. La stola e la cotta bianca appoggiate sul legno con le maniche delle braccia allargate facevano quasi immaginare che il corpo di don Ennio Asinari fosse disteso sopra e non conservato dentro la cassa. Pochi minuti prima delle 10 è arrivato uno stuolo di preti e sacerdoti precedendo di poco le due massime autorità diocesane, il Vescovo Mons Antonio Napolioni e il Vescovo emerito Mons Dante Lafranconi accompagnati come tradizione dal segretario Mons Flavio Meani.
In prima fila la sorella del defunto con gli altri parenti mentre i banchi dalla parte opposta erano occupati da tre sindaci con la fascia tricolore, Marco Pasquali di Sabbioneta, Pino Baruffaldi di Pomponesco e Giuseppe Torchio di Bozzolo, oltre al Comandante della stazione Carabinieri locale Maresciallo Maggiore Mauro Labriola. Presente anche un ex primo cittadino della città ducale Marco Aroldi attualmente cardiologo a Mantova. Notata pure Elvira Sanguanini ex presidente della Casa del Sole ed Ercole Montanari presidente di Confcommercio Mantova. Presente al funerale Roberto de Cardona discendente della famiglia alla quale apparteneva Diana, la prima moglie di Vespasiano. Oltre a tantissimi cittadini comuni molti dei quali hanno avuto modo di conoscere il parroco di Sabbioneta nei suoi trent’anni di presenza pastorale.
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Un prete di grande intelligenza, cultura e intuito tanto da aver voluto appoggiare le iniziative che portarono alla scoperta del famoso Toson d’Oro, sotto il pavimento della chiesa con i resti di Vespasiano Gonzaga a cui l’onorificenza era stata attribuita 400 anni prima. Una scoperta sensazionale che però al posto di onori e meriti procurarono al prete sabbionetano dei grattacapi con lo Stato il quale pretendeva di entrare in possesso dello storico cimelio. Un problema per la cui soluzione, a favore della Parrocchia, intervenne persino l’Onorevole Giulio Andreotti come testimonia uno scritto citato da Giuseppe Torchio a margine della cerimonia.
Nell’omelia Mons Napolioni ha ricordato i valori di don Ennio “non come archeologo ma come appassionato di umanità. Facendo eco a quello che Paolo VI disse alle Nazioni Unite citando la Chiesa come madre esperta in umanità che parla, si impegna e agisce affinché l’umanità scopra la pienezza della vita”. Prima della benedizione finale il Vescovo ha ancora aggiunto “Ringraziamo per il servizio differenziato ricco e incisivo di don Ennio alle diverse comunità di questo territorio. Che questo seme porti ancora frutto anche donando nuove vocazioni alla nostra Chiesa”.
Ros Pis (fotogallery e video Alessandro Osti)