Cronaca

Immigrati morti in mare, ARCES
Viadana solidale con Cutro

"La Calabria - spiega - è sempre terra di accoglienza. Da entrambi nasce l'esigenza di far sì che queste cose non accadano più. Gli sbarchi silenziosi nel crotonese non hanno mai subito un fermo"

Foto: Euronews

Il Presidente dell’Arces di Viadana Giuseppe Guarino, appresa la tragica notizia del barcone di immigrati con 168 persone che si è rovesciato nel mare adiacente le coste cutresi con 41 morti tra cui un bambino, si è messo subito in contatto con il Sindaco di Cutro Antonio Ceraso per esprimere la massima solidarietà. “La Calabria – spiega – è sempre terra di accoglienza. Da entrambi nasce l’esigenza di far sì che queste cose non accadano più. Gli sbarchi silenziosi nel crotonese non hanno mai subito un fermo ma negli anni sono sempre continuati nell’indifferenza di tutti, ma adesso si piange questa immane tragedia, un triste primato che va capire il vero valore della vita, tanti i lenzuoli bianchi di tanti anonimi“.

Quando ero in Calabria precisamente vicino dove è successo il naufragio di oggi, sempre stessi posti, erano gli inizi degli sbarchi della speranza in Calabria. Comunque ho trascorso gli anni da giovane volontario e poi Presidente di un’associazione di volontariato di soccorso a portare soccorso per quei disperati sempre esseri umani in difficoltà. Mi ricordo giorni e notti intere nel tentativo di dare a loro un’assistenza dignitosa insieme ai miei volontari, in tutte le situazioni e vicissitudini come nel dare un sorriso, ma anche nel dare un conforto a chi piangeva. Un pianto di dolore che ti trasforma, immedesimandoti che questa mattanza possa succedere anche a noi. Quello che è successo nell’indifferenza di circa 30 anni è inaccettabile. È ora che si reagisca a tutto ciò e l’Italia non sia lasciata da sola ad affrontare questi assassini della speranza, che trasformano il mare, luogo di vacanze soprattutto per i bambini in cimitero. Questa notte si innalzano le nostre preghiere per queste vittime, ed ora di dire basta, basta, basta, rispondete alle vostre coscienze, cari che avete permesso tutto ciò. Riposate in pace“.

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