Chiesa

San Francesco, una nuova luce
"Ora San Leonardo, ma è dura"

“Il precedente impianto pensato dal compianto don Alberto Franzini - spiega don Claudio - era ancora più che valido, ma serviva sostituire le lampade e i punti luce, perché effettivamente le ultime celebrazioni a San Francesco erano praticamente al buio". GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Un intervento da mille euro e un risultato che dice che ne è valsa davvero la pena. Dopo avere operato sul Duomo di Casalmaggiore e poi sulla cripta sempre di Santo Stefano, che splendono letteralmente di una nuova luce, ecco che il parroco don Claudio Rubagotti e il vicario don Arrigo Duranti hanno lavorato per dotare di un nuovo parco luci – mantenendo l’impianto precedente ma con la sostituzione di tutti i punti luce – anche la chiesa di San Francesco.

“Il precedente impianto pensato dal compianto don Alberto Franzini – spiega don Claudio – era ancora più che valido, ma serviva sostituire le lampade e i punti luce, perché effettivamente le ultime celebrazioni a San Francesco erano praticamente al buio. L’investimento è stato per fortuna limitato ma importante, anche perché otteniamo un duplice risultato: da un lato la rinnovata illuminazione della chiesa di San Francesco; dall’altro il risparmio energetico, che le nuove luci a Led di ultima generazione garantiranno nel tempo”.

Va detto che il tema del risparmio energetico è decisamente attuale, anche perché – come spiega il vicario don Arrigo Duranti – le bollette in particolare del gas hanno subito rincari notevoli anche per le varie chiese. “Quando si chiedono le offerte in chiesa – precisa don Arrigo – lo si fa anche per mantenere le nostre strutture. Per la carità, certamente, e per i poveri, ma anche per mandare avanti le chiese e tenerle vive, migliorandone la fruizione dove si può”.

Il prossimo step vorrebbe portare a sistemare anche l’impianto luci di San Leonardo. Ma qui il problema è più complesso: “Credo servirà fare un vero e proprio progetto cambiando l’impianto e non soltanto i punti luce. Quindi ci vorrà prima di tutto l’ok di Diocesi e Soprintendenza” spiega il parroco don Claudio.

Giovanni Gardani (video Alessandro Osti)

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