Economia

Dialoghi per il Futuro, Eleonora
Calavalle e Pennelli Cinghiale

Artigianalità, innovazione, arte e mestiere. Può iniziare così la storia dell’azienda Pennelli Cinghiale. Una storia tutta da raccontare perché dal 1945 – anno in cui venne fondata - non si è mai fermata

Foto: Lorenzo Avosani

“Dialoghi per il futuro” il percorso di educazione all’imprenditorialità proposto dall’Azienda Speciale Consortile Oglio Po insieme al Consorzio Casalasco Servizi sociali di Casalmaggiore. Abstract srl e Pro Loco Viadana tramite l’iniziativa “L’ambito Oglio Po investe sui giovani” finanziata da Regione Lombardia e Anci con il bando “RESTART FUTURE: I GIOVANI PROTAGONISTI DELLA RINASCITA DEI TERRITORI” è arrivato al giro di boa.

Dopo l’incontro con il creator digitale Marco Bambini, sabato 28 gennaio è stata la volta di Eleonora Calavalle CEO di Pennelli Cinghiale nipote del fondatore, Commendator Alfredo Boldrini.

Artigianalità, innovazione, arte e mestiere. Può iniziare così la storia dell’azienda Pennelli Cinghiale. Una storia tutta da raccontare perché dal 1945 – anno in cui venne fondata – non si è mai fermata portando il marchio storico ad essere riconosciuto a livello nazionale.

Elenora Calavalle ha raccontato le intuizioni e la lungimiranza del nonno che ha guidato l’azienda con un approccio pionieristico nel mondo del business: fu tra i primi ad investire nelle sponsorizzazioni sportive, oggi conosciuta come brand awarness, che gli permise di competere ad ampio raggio e farsi conoscere non solo a livello locale.

Più che studiare il marketing e la comunicazione Il Commendator Boldrini la creava quando ancora non esisteva: fu tra i primi a investire nelle sponsorizzazioni nel calcio di serie A, ad usare “influencer” come il calciatore Sandro Mazzola, individuò i giusti collaboratori per rendere il proprio marchio conosciuto e riconoscibile in tutt’Italia.

E’ rimasto nell’immaginario collettivo il celebre spot del 1982 dallo slogan “Non ci vuole un pennello grande, ma un grande pennello” ideato dal pubblicitario Ignazio Colnaghi che piazzando un artigiano nel traffico milanese punta dritto a rendere il prodotto il vero eroe della comunicazione.

Sempre precursore dei tempi il Commendatore Boldrini attiva in tempi non sospetti quello che ora chiamiamo “welfare aziendale”: nel 1952, dieci anni prima dell’entrata in vigore della legge, paga la tredicesima ai suoi dipendenti, realtà che tutt’ora è all’80% al femminile.

Ora l’eredità è nelle mani di Eleonora e della sorella Clio. La sperimentazione e contaminazione è nel DNA perché giusto durante il lockdown, in un momento che per molte realtà aziendali ha significato blocco e paura, per Eleonora è diventato fonte di nuove idee. Nel 2020 crea il “Museo del Tempo” fondendo memorabilia di archeologia industriale alla street art di Duty Gorn, artista conosciuto a livello internazionale.

Per Eleonora “essere alla terza generazione è una responsabilità, tra l’eredità del passato e l’ambizione e esigenza di costruire un futuro migliore per l’azienda”, ma se l’azienda familiare è arrivata alla terza generazione, cosa che accade solo al 10% delle aziende locali, vuol dire che gli sforzi e visioni sono stati premiati.

I prossimi appuntamenti si spostano nel casalasco presso la Biblioteca A.Mortara il 4 Febbraio dalle ore 10.30 con l’executive chef e docente Omar Torresani e l’ 11 febbraio con la fotografa e titolare di Artestudio srl Antonella Pizzamiglio.

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