Cronaca

Due famiglie intossicate dal
monossido: in otto in ospedale

Sono state ricoverate in ospedale, due componenti a Cremona, due a Fidenza e quattro all’Oglio Po di Casalmaggiore, due famiglie indiane residenti a Casteldidone in via Stradivari, a causa di una intossicazione da monossido di carbonio, sprigionato da una vecchia caldaia. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Foto Alessandro Osti

Sono state ricoverate in ospedale, due componenti a Cremona, due a Fidenza e quattro all’Oglio Po di Casalmaggiore, due famiglie indiane residenti a Casteldidone in via Stradivari, a causa di una intossicazione da monossido di carbonio, sprigionato da una vecchia caldaia.

L’episodio si è verificato alle 22.30 di lunedì sera quando un bimbo di tre anni ha iniziato ad avere convulsioni e divenire paonazzo in volto. Anche gli altri componenti della famiglia del piccolo hanno iniziato a lamentare malore, ma il padre ha avuto la forza di contattare i vicini di casa, l’altra famiglia di origine indiana, e soprattutto di tenere aperta la porta e una finestra. Un gesto che come vedremo è stato casuale ma che ha probabilmente salvato la vita a tutti.

Quando infatti i vicini di casa sono arrivati sul posto, vedendo la situazione, hanno contattato subito il 118, prima di finire a loro volta intossicati. Il tempestivo intervento delle ambulanze di Padana Soccorso, dalla vicina sede di San Giovanni in Croce, meno di 5 km di distanza da Casteldidone, ha consentito di trovare subito la causa di quei malori. Con l’apposita strumentazione è stata misurata una concentrazione di monossido molto alta nell’ambiente, non saturato soltanto per il fatto di avere lasciato aperta la porta.

A quel punto, da prassi, sono state aperte tutte le finestre e gli otto intossicati sono stati trasportati nei due ospedali di riferimento. Nel frattempo sono stati chiamati i Vigili del Fuoco, che hanno messo in sicurezza l’appartamento, ed è stata allertata l’ATS Valpadana così come i Carabinieri. Inutile sottolineare che l’ambiente ora non è agibile, in attesa di sistemare (o meglio ancora sostituire) la vecchia caldaia dalla quale si è sprigionato il gas, definito per la sua particolarità di essere inodore e insapore, “il killer silenzioso”.

Martedì mattina il padre della famiglia che è intervenuta a dare una mano era già stato dimesso dall’ospedale Oglio Po e ha spiegato due particolari che rendono ancora più inquietante l’accaduto. Pare infatti che nell’appartamento dove è partita l’intossicazione (dalla caldaia che si trova in bagno), la famigia sia solito andare a letto molto presto: per puro caso questa notte è rimasta sveglia più del solito. Se così non fosse stato, nessuno si sarebbe probabilmente accorto di nulla e sarebbe stata una strage. Non solo: la finestra e la porta sono state aperte non perché si sospettasse la presenza di monossido, ma perché il padre intendeva far prendere aria al piccolo in preda alle convulsioni. Un gesto decisivo ma per certi versi casuale.

Giovanni Gardani

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