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Casalmattori, Il diario di Anne Frank
la memoria e quel desiderio di pace

Accompagnato da musiche incisive è un lavoro commovente, intenso e fortemente rappresentativo dell’orrore dell’Olocausto riesce a toccare gli animi e dare consapevolezza e memoria affinché le nuove generazioni abbiano gli strumenti per lottare sempre per la pace

Ecco che cos’è difficile in quest’epoca: gli ideali, i sogni e le belle aspettative non fanno neppure in tempo a nascere che già vengono colpiti e completamente devastati dalla realtà più crudele. È molto strano che io non abbia abbandonato tutti i miei sogni perché sembrano assurdi e irrealizzabili. Invece me li tengo stretti, nonostante tutto, perché credo tuttora all’intima bontà dell’uomo. Mi è proprio impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria e della confusione. Vedo che il mondo lentamente si trasforma in un deserto, sento sempre più forte il rombo che si avvicina, che ucciderà anche noi, sono partecipe del dolore di milioni di persone, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto tornerà a volgersi al bene, che anche questa durezza spietata finirà, e che nel mondo torneranno tranquillità e pace. Nel frattempo devo conservare alti i miei ideali, che forse nei tempi a venire si potranno ancora realizzare! (Anne Frank)

Le parole che seguono portano la firma di tutti perché riguardano qualcosa che in noi Casalmattori trova casa da moltissimi anni: la storia di Anne Frank che Arianna Novelli ha adattato a trascinante momento teatrale. Tutti conosciamo il diario, ma non so se tutti ne hanno patito le parole come è successo a noi, ci auguriamo di sì. Il merito non è però solo nostro, lo spettacolo risale ai lontani anni ‘90 quando l’allora nostro regista e maestro Pino L’Abbadessa decise di metterlo in opera affinché venisse portato nelle scuole, cosa che facemmo, la compagnia si chiamava “Teatro dei Piccoli Sogni”. Ne seguì un momento di pausa dovuto ai vari impegni: famiglia, figli, lavoro ma le braci erano ancora accese, così come la voglia di ricominciare; serviva solo il LA, la nota giusta che desse nuovamente il via all’orchestra. Nel 1994 uscì al cinema un capolavoro pazzesco: Schiendler List di Spielberg che ci lasciò letteralmente sconvolti, si doveva fare qualcosa. Riaffiorò Anne, doveva tornare e raccontare la sua storia ai ragazzi dell’età che aveva lei quando scrisse il diario. Il resto lo fecero la grazia, l’umanità, la gentilezza, la sensibilità, il talento e la passione per la scena di Arianna Novelli spingendola a produrre ciò che oggi è una pièce stupenda che, tolti i due anni Covid, viene richiesta da tantissime scuole e non solo. Serviva il suo animo, serviva lei con la sua pazienza, la sua dolcezza, la sua profonda bontà per creare qualcosa che, assicuriamo, è un nobile e prezioso regalo.

L’azione ha inizio dove il diario finisce: siamo nell’alloggio segreto e la Gestapo ha da poco arrestato i Frank e le altre persone che vi si nascondevano, per colpa di una soffiata. In queste stanze silenti, svuotate della presenza umana dei Frank e dei loro amici, messe a soqquadro dalla perquisizione, tra i pochi mobili, valigie, vestiti sparpagliati, carte e libri alla rinfusa Miep Gies, segretaria e amica di Otto Frank, che assieme al marito li aveva aiutati a nascondersi portando loro viveri, abiti, libri e notizie dall’esterno, entra per recuperare gli effetti personali, tra cui il diario e gli innumerevoli fogli su cui scriveva Anne. Nella realtà Miep, in ossequio alla riservatezza e per non violare la privacy della giovane scrittrice, mette il diario in un cassetto senza leggerlo, con l’intento di restituirlo alla proprietaria semmai fosse tornata, cosa che purtroppo non fu. Lo diede così ad Otto, unico superstite, che provvide a pubblicarlo. Una finzione scenica quindi, quella che vede Miep leggere il diario ma è grazie a questo espediente che, si realizza una sorta di trasposizione che ci consente di ascoltare la voce e le parole della stessa di Anne, come se a dar vita a quella narrazione retrospettiva fosse la sua voce di fanciulla e non quella più matura della cara amica olandese. Arianna, nei panni di Miep legge, interpreta e rivive le pagine più significative del diario, quelle che raccontano quando quel quaderno dalla copertina a quadri bianchi e rossi le fu regalato, l’invasione tedesca, le leggi razziali, la necessità di nascondersi, la quotidianità nell’alloggio segreto, i sogni di ragazza, il primo bacio in un crescendo di pathos davvero emozionante.

Il semplice allestimento scenico, con il pubblico a stretto contatto, fa sì che lo spettatore, proiettato in una dimensione claustrofobica dello spazio, viva le stesse sensazioni di restrizione e privazione della libertà in cui Anne e gli altri ospiti della soffitta erano stati costretti a vivere. L’intento è quello di offrire uno strumento di riflessione sulla vicenda storica dell’Olocausto e sul tema universale e sempre attuale della discriminazione, attraverso ciò che il teatro da sempre sa produrre, quel principio di immedesimazione che induce lo spettatore a mettersi nei panni dei personaggi e a viverne le emozioni. A supporto del lavoro di Arianna noi Casalmattori, teatranti a tempo perso e amici a tempo pieno, a turno ci occupiamo della musica e di qualche parola di introduzione aggiungendo ogni anno qualche piccolo perfezionamento che renda lo spettacolo ancora più coinvolgente: provvidenziale l’abilità di Luciano Ongari as a sound engineer, e a turno altri del gruppo come aiutanti di sena. Arianna è sicuramente l’anima della pièce, profondamente addentro, si confonde con Anne tanto che par di vederla. Vive quelle parole come se fossero sue, vive le emozioni, le paure, le gioie fatte di piccoli momenti, le speranze e le rende vere, tangibili quasi come se si stessero ripetendo lì, in quell’istante. Anne non è solo un personaggio della storia, di una storia triste e terribile, non è solo il personaggio dello spettacolo che Arianna ha minuziosamente pensato, costruito e diretto, è molto di più, è una ragazza che vive dentro di lei e che dentro di lei torna ad essere libera. Accompagnato da musiche incisive è un lavoro commovente, intenso e fortemente rappresentativo dell’orrore dell’Olocausto riesce a toccare gli animi e dare consapevolezza e memoria affinché le nuove generazioni abbiano gli strumenti per lottare sempre per la pace.

Di seguito le date:
27 gennaio Istituto Comprensivo Diotti, 2 repliche in aula Magna
30 gennaio Istituto professionale Santa Chiara, 1 replica
4 febbraio Istituto Superiore Romani, 2 repliche in Auditorium Santa Croce,
5 febbraio Viadana presso Associazione Meridiana Onlus, ore 17 aperto a tutti
10 febbraio Istituto comprensivo Marconi, 2 repliche

I Casalmattori

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