Ogni pietra ha una storia da
raccontare: il nostro appello
Chi scrive queste righe si rivolge a tutti i proprietari di questi stessi luoghi affinchè aprano le porte al sottoscritto, permettendo così di fotografarli, dando vita ad una documentazione che, nel tempo, può essere preziosa per ricerche, pubblicazioni, iniziative di recupero e di promozione
“Guarda che è un rudere, non so se vale la pena di visitarlo e se ti può interessare”. Sono inorridito al sentire, dall’amico che era con me, queste parole pronunciate ad ormai una manciata di chilometri dal castello che stava per comparire ai nostri occhi. Quando si parla di un luogo che ha alle spalle sette secoli di bisogna ponderare molto bene le parole. Non può essere definito un rudere e, fino a quando ne resterà anche solo qualche pietra, andrà trattato con venerazione e rispetto: anche se molti, prima di noi, queste caratteristiche non le hanno avute.
In un luogo che ha sette secoli di storia si deve entrare in silenzio, a piccoli passi, in punta di piedi e con estrema attenzione: non tanto per i pericoli (certo, anche quelli, ci mancherebbe) che può chiaramente presentare a causa delle sue condizioni, ma soprattutto perché è necessario saperne cogliere ogni dettaglio. Imparando a fare silenzio si può leggere, conoscere, studiare e osservare la sua storia, quella che è narrate direttamente dalle sue poderosa mura, dalle vecchie porte, dai resti degli affreschi, dalle architetture merlate e da ogni piccolo pezzo che lo compone. Lo si deve conoscere,vivere ed esplorare così, con venerazione e smisurato rispetto. Poi, raccogliendo informazioni ed effettuando ricerche scopri, come nel caso di questo luogo, che è stato voluto e costruito da una delle più importanti famiglie nobiliari del Nord Italia ed è stato abitato da personaggi che, nei rispettivi campi, hanno scritto pagine gloriose della nostra storia consegnandoci quel patrimonio di saperi, tesori e monumenti che oggi possiamo vantare.
Scopri anche che la sua storia, come del resto accade un po’ per tutti i luoghi di questo genere, è condita da misteri, vicende legate a fantasmi e leggende che appartengono a un patrimonio popolare che, a sua volta, è prezioso e dona ulteriore fascino al luogo. Un luogo che, al di là del suo attuale stato di abbandono e degrado, è testimone prezioso, autentico e vero di una grande storia, che è la nostra.
In questo senso la fotografia (oltre alle ricerche e agli studi) assume un ruolo fondamentale e prezioso, quale mezzo per fissare, conservare e mantenere la sua storia, le sue mutazioni nel tempo e per dare vita ad una documentazione per immagini tanto necessaria quanto preziosa.
Ribadendo che, oltre a non essere un rudere, val la pena, sempre, dedicargli spazio e tempo perché la sua sola esistenza è una meraviglia ed è una lezione di storia, sul campo, per chiunque decida di sapere qualcosa in più del nostro passato. Ricordando che, come diceva Cicerone, “La storia è testimonianza del passato, luce di verità, vita della memoria, maestra di vita, annunciatrice dei tempi antichi.”
APPELLO AGLI ABITANTI DEL CASALASCO E DEL CREMONESE – Le immagini pubblicate nel presente servizio si riferiscono a un luogo lontano decine di chilometri dai nostri territorio. Non se ne evidenzia il nome per il semplice fatto di volerlo preservare da eventuali vandali (molti dei quali, purtroppo, ci sono già passati) e devastatori.
La campagna Cremonese e Casalasca è disseminata di cascine, corti, ville, vecchi palazzi, dimore storiche. Tutti luoghi che meritano di essere immortalati e fissati in immagini. Chi scrive queste righe si rivolge a tutti i proprietari di questi stessi luoghi affinchè aprano le porte al sottoscritto, permettendo così di fotografarli, dando vita ad una documentazione che, nel tempo, può essere preziosa per ricerche, pubblicazioni, iniziative di recupero e di promozione. Dando la possibilità, allo stesso tempo, di compiere ricerche e approfondimenti sulla loro storia, da pubblicare su Ogliponews.it, al fine di fornire ai nostri territori, e ai loro abitanti, una ulteriore conoscenza in più del nostro straordinario patrimonio. Con la speranza di poter avere la più alta adesione possibile, per il bene della storia e della cultura delle nostre terre.
Eremita del Po, Paolo Panni