Chiesa

L'essenza religiosa: il presepe
sino al giorno della Candelora

E’ ora di differenziare l’aspetto puramente superficiale, fatto di lucine e palline colorate, da quello strettamente religioso rappresentato dal presepe, simbolo chiaro della natività di Gesù.

E’ in silenzio, la terra, in questi giorni d’inizio anno, accarezzata dalle nebbie, lavata da qualche sporadica pioggia, in attesa del ritorno alla laboriosa vita dei campi. Tra i filari e i canali che si snodano lungo le nostre campagne, il canto improvviso degli uccelli rompe il silenzio insieme al rintocco dei vecchi campanili.

Del gelo che, di questi tempi, dovrebbe essere la normalità, non si vede nemmeno l’ombra, con buona pace di quelli (pochi per fortuna) che ancora tentano maldestramente di smentire i cambiamenti climatici (temperature che in questi giorni hanno sfiorato i 10 gradi per qualcuno sono normali?) e, forse, gli unici preoccupati, nella sbadataggine generale, saranno quelli che, in presenza di qualche eventuale temperatura che dovesse scendere leggermente sotto zero hanno già pronti titoli mirabolanti evocando “inverni polari” o “siberiani”.

Il Grande fiume, che ha pur guadagnato un po’ d’acqua, continua a versare in una inesorabile magra che perdura ormai da almeno un anno.

Nei villaggi del Po, dopo i giorni della baldoria e delle abbuffate per le feste natalizie e di capodanno si sono ormai spente tutte le luci, ed è iniziato il mesto smontaggio di presepi ed alberi di Natale. Segni che, quasi d’incanto, a inizio dicembre erano comparsi ed ora, un mese dopo, se ne vanno rapidamente.

Negli stessi centri commerciali le cose del natale sono ormai scomparse ed hanno già iniziato a fare la loro presenza quelle doi Carnevale. In men che non si dica compariranno anche le uova di Pasqua. Ormai tutto è frenetico, tutto va di corsa, non c’è più lo spazio e il tempo per osservare (cosa ben diversa dal semplice guardare) ciò che ci circonda che, in un attimo, tutto è di nuovo cambiato. Purtroppo sembrano spegnersi anche tante vecchie tradizioni , quelle che un tempo facevano parte della linfa vitale dei nostri villaggi.

La società sta purtroppo mutando anche in questo. Le tradizioni dovrebbero essere non solo custodite e valorizzate ma anche recuperate, studiate (e fatte studiare a scuola), vissute, divulgate. Una di queste è proprio di stampo natalizio e riguarda i presepi, quelli che tanti di noi hanno realizzato nelle case, nelle chiese, nelle piazze, magari anche in qualche luogo di lavoro. Quei presepi che, passata l’Epifania, alla velocità delle luce hanno già preso la via degli scatoloni e per i prossimi mesi resteranno al buio di qualche cantina o qualche solaio, dimenticati e ignorati. Anche in questo caso la tradizione si è persa e si è mutata anche la storia.

In quanti sanno che il presepio dovrebbe restare allestito fino al 2 febbraio, giorno in cui si ricorda la Presentazione di Gesù al Tempio, meglio conosciuto come il giorno della Candelora? Se gli allestimenti, più o meno variopinti e illuminati, che hanno allietato le strade, le piazze, i vicoli e le botteghe dei nostri paesi, è giusto che ormai vengano via, il presepio dovrebbe invece rimanere al suo posto e sarebbe bello, oltre che significativo, se questo avvenisse proprio nelle terre del Po, di qua e di là dal fiume.

E’ ora di differenziare l’aspetto puramente superficiale, fatto di lucine e palline colorate, da quello strettamente religioso rappresentato dal presepe, simbolo chiaro della natività di Gesù. La tradizione di togliere il presepe il 2 febbraio, giorno della Candelora, è a molti sconosciuta ma è bene che possa iniziare a ritrovare interesse anche e soprattutto grazie alla riscoperta delle tradizioni autenticamente e puramente cristiane, tra le quali la stessa festa della Candelora che nell’usanza cattolica, consiste nella presentazione di Gesù al Tempio e nella Benedizione delle candele, simbolo della “luce per illuminare le genti”.

Stando proprio alla tradizione questo giorno è considerato anche quello della Purificazione di Maria, a 40 giorni dal parto. Secondo l’usanza ebraica, infatti, ogni donna che partoriva un maschio veniva considerata impura per 40 giorni, trascorsi i quali doveva recarsi al Tempio di Gerusalemme per purificarsi.

Per la tradizione cattolica, il presepe deve essere tolto il giorno della Festa della Candelora, che cade appunto il 2 febbraio di ogni anno. Una tradizione che merita di essere rispettate e conosciuta, regalandoci anche con questo semplice gesto la possibilità di vivere meglio il vero senso del Natale. Lo vivremo ancora di più quando il messaggio stesso del natale lo sapremo mettere in pratica tutti i giorni, in ogni momento e in ogni tempo.

Eremita del Po, Paolo Panni

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...