La famiglia di Saman ha profanato il
corpo. Meloni autorizzi funerali di Stato
Il giornalista italo-pachistano Ahmad Ejaz è responsabile della petizione per chiedere la cittadinanza italiana postuma della giovane uccisa a Novellara
“Il ritrovamento del corpo di Saman Abbas ci dice due cose: che non solo la famiglia ha deciso di punirla togliendole la vita, ma ne ha anche profanato il corpo, perché non sono state rispettate le prescrizioni della tradizione islamica per la sepoltura dei defunti. In questo modo, l’anima non può raggiungere il Paradiso”. A parlare con l’agenzia Dire è Ahmad Ejaz, giornalista italo-pachistano che ha lavorato come collaboratore della trasmissione della Rai ‘Chi l’ha visto?’ sul caso della scomparsa della 18enne da Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nel maggio del 2021. Il cronista è anche il responsabile di una petizione sulla piattaforma Change.org per chiedere che le sia conferita la cittadinanza italiana postuma, un’iniziativa che ha superato le 17.500 firme.
VIOLATE DUE DISPOSIZIONI ISLAMICHE SULLA SEPOLTURA – L’intervista avviene a poche ore dalla conferma dell’identità del corpo ritrovato lo scorso 27 novembre. Ciò ha permesso anche di osservare quali pratiche musulmane non sono state rispettate: “Il cadavere della giovane- continua il giornalista- è stato seppellito senza il ‘kaffan‘, ossia il lenzuolo bianco rituale in cui vengono avvolti i fedeli musulmani. Inoltre la testa non è rivolta in direzione della Mecca“, la città dell’Arabia Saudita ritenuta santa per i musulmani.
Il cronista tiene a chiarire: “L’Islam vieta in modo assoluto l’omicidio, quindi i familiari di Saman (accusati dell’uccisione della ragazza perché aveva rifiutato un matrimonio forzato e si frequentava con un ragazzo in Italia, e contro cui è stato aperto un procedimento dalla Magistratura italiana, ndr) hanno in ogni caso commesso un gesto contrario all’islam. Essendo però musulmani, conoscono le disposizioni tradizionali per la sepoltura e, infrangendole, si può presumere che abbiano voluto insultare doppiamente la ragazza. Ora che è giunta la conferma definitiva del ritrovamento del corpo – conclude Ejaz – auspico che si acceleri la procedura di estradizione di Shabbar Abbas, il padre di Saman fuggito con la moglie subito dopo l’omicidio, affinché sia processato nel nostro Paese, magari grazie all’azione del nuovo ambasciatore del Pakistan in Italia Ali Javed, che si è da poco insediato”.
L’APPELLO ALLA PREMIER MELONI: “FUNERALI DI STATO E CITTADINANZA” – Ahmad Ejaz lancia anche un altro appello, questa volta direttamente al primo ministro Giorgia Meloni: “In passato Fratelli d’Italia si è fatto carico di contribuire al trasferimento in Italia di alcune ragazze pakistane, che non volevano accettare matrimoni forzati. Vorrei quindi suggerire alla premier di organizzare dei funerali di Stato per Saman, anche per sensibilizzare su un altro tema: quello della cittadinanza negata ai giovani figli di stranieri venuti in Italia da piccoli o nati qui, che devono aspettare fino ai 18 anni per avviare le procedure“. Un fenomeno che riguarda circa due milioni di ragazze e ragazzi che attraverso varie associazioni da tempo chiedono la riforma della legge del 1992. “Saman è morta anche per questo– sottolinea Ejaz- perché è stata costretta a lasciare la casa famiglia in cui si era rifugiata per tornare nella sua abitazione a prendere il passaporto, dato che aveva il permesso di soggiorno in scadenza“. E’ stato allora che, stando alla ricostruzione degli inquirenti, il padre, la madre, due cugini e uno zio l’avrebbero uccisa, nascondendo il corpo.
A fine novembre, dopo il ritrovamento di un cadavere che fece subito pensare a quello della 18enne uccisa, la sindaca di Novellara Elena Carletti aveva annunciato che il Comune era pronto a farsi carico dei funerali della giovane: “E’ rimasta senza famiglia- conclude Ejaz- è giusto quindi che le Istituzioni e la società civile si facciano carico di una celebrazione esemplare”.
Alessandra Fabbretti – Agenzia DIRE