Andrea Lodi Rizzini, disposta
l'autopsia sul corpo del 46enne
I sette chilometri che separano il bar di Boretto alla sua casa di Cogozzo Andrea li avrebbe percorsi rimanendo sulla ciclopedonale che costeggia la provinciale
Ci sono esattamente sette chilometri da Boretto alla casa di Andrea Lodi Rizzini, il 43enne di Cogozzo ritrovato morto il giorno di Natale sul ponte di Viadana.
Possibile che l’uomo avesse deciso di percorrerli a piedi di notte per la sola ragione di avere la bicicletta con la gomma forata e abbandonata presso il Lido Po di Boretto? Avrebbe potuto telefonare a qualche amico o al padre che nel frattempo aveva cominciato a cercarlo non avendolo visto rientrare a casa quella sera. Ma non lo ha fatto.
La vigilia di Natale Andrea aveva deciso di passare la serata presso un locale di Boretto dove pare avesse diverse conoscenze. “Io ho cominciato a chiamarlo quando sono tornato dalla Messa di mezzanotte e non l’ho visto, ma non mi ha risposto – ha raccontato ieri Emilio Lodi Rizzini il genitore 81enne che vive in un piccolo appartamento in centro a Cogozzo – Forse non ha sentito la chiamata oppure era già successa la disgrazia”.
“I Carabinieri di Viadana suppongono che mio figlio possa essere stato investito da un’auto pirata e abbandonato nel fossato dove è stato rinvenuto la mattina di Natale. L’ho cercato anche su quella strada e quando ho visto la scarpa sull’asfalto ho capito che doveva trovarsi lì. Se avessi mosso l’erba del fossato con un piede forse avrei potuto vederlo e salvarlo. Pure gli inquirenti mi hanno detto che se soccorso in tempo probabilmente si poteva evitargli la morte. Andrea aveva fatto un corso di informatica a Casalmaggiore e imparato anche il lavoro di carrellista. Si era deciso pure a mettersi a dieta perdendo una quarantina di chili. Era diventato un bel ragazzo. La sua passione era la cucina e per questo aveva frequentato l’apposita Scuola di Salsomaggiore. Adesso dovrò cominciare ad arrangiarmi preparandomi la cena da solo come sto facendo ora” aggiunge Emilio con un po di commozione.
Tra le diverse ipotesi fatte sulla tragedia la più credibile al momento pare essere quindi quella dell’incidente stradale con l’omissione di soccorso. Sul ponte sul Po che collega la Lombardia all’Emilia vi sono i varchi che, se funzionanti, una volta stabilito con buona approssimazione l’ora del decesso, potranno fornire le targhe di tutti i veicoli transitati in un certo lasso di tempo. Veicoli da controllare per riscontrare eventuali danni alla carrozzeria. A quel punto il cerchio sarebbe chiuso.
Potrebbe dunque avere le ore contate il pirata della strada anche perché sul luogo dove è stato ritrovato il corpo ormai esanime del 46enne i Carabinieri avrebbero trovato tracce dell’auto che lo avrebbe investito. Per alleggerire la propria posizione il pirata della strada potrebbe costituirsi prima cha alla sua auto arrivino le indagini dei carabinieri.
Nel pomeriggio di Santo Stefano i Carabinieri sono andati a casa di Emilio Lodi Rizzini per fargli firmare il certificato che autorizza l’autopsia sulla salma del figlio da effettuare probabilmente nella giornata di mercoledi o comunque in questi giorni. Purtroppo la sfortuna si è accanita in maniera decisa contro questa famiglia portando via nel breve spazio di un anno due figli quarant’enni che già avevano perso la mamma precedentemente.
I sette chilometri che separano il bar di Boretto alla sua casa di Cogozzo Andrea li avrebbe percorsi rimanendo sulla ciclopedonale che costeggia la provinciale. Uno spazio che sfortunatamente termina prima della fine del ponte nei pressi del distributore Eni costringendo cosi l’uomo a camminare gli ultimi cinquanta metri a bordo strada dove probabilmente una macchina l’ha urtato travolgendolo e scagliandolo nel fossato laterale dove è stato abbandonato e poi è deceduto.
Ros Pis (Foto: NC)