Castelponzone, dagli scavi emergono
mura: sono forse quelle della Rocca?
I lavori, naturalmente, si sono interrotti ed è stata portata a conoscenza la Soprintendenza di Mantova e la responsabile per i beni architettonici Laura Balboni del ritrovamento
Potrebbero essere i resti delle mura della Rocca del Ponzone quelli emersi durante gli scavi per il ripristino della pavimentazione a Castelponzone. Un ritrovamento straordinario se solo si pensa che l’antica struttura, costruita su una fortificazione preesistente di cui si sa poco o nulla, risale almeno al XIII secolo e fu poi ricostruita nel 1600. I lavori, naturalmente, si sono interrotti ed è stata portata a conoscenza la Soprintendenza di Mantova e la responsabile per i beni architettonici Laura Balboni del ritrovamento. La soprintendenza ha già predisposto un sopralluogo.
Per ricostruire la storia della Rocca del Ponzone abbiamo attinto alle pagine del Borgo di Castelponzone (www.borgodicastelponzone.it).
La rocca e i resti del borgo murato – Si è detto che nel 1338 Ponzino Ponzone ebbe licenza di ricostruire un’antica fortezza preesistente in rovina, forse posta nella stessa collocazione a nord dell’abitato, presso il dugale Delmona da cui derivavano le acque del fossato che la circondava. Bernabò Visconti, nemico dei Ponzone, la fece abbattere e poi ricostruire nella seconda metà del Trecento. Non abbiamo ulteriori notizie per il periodo più antico, mentre ne conosciamo l’aspetto dopo la ricostruzione seguita all’incendio del 1648. Il nuovo edificio fu completato circa dieci anni più tardi, nel 1659, su progetto dell’architetto e intagliatore cremonese Francesco Pescaroli, per volere di Nicolò Ponzone. Molto probabilmente in questa occasione fu trasformato da fortilizio medioevale a residenza estiva della famiglia distribuita su due piani, con un salone e altre stanze di abitazione affrescate e arricchite di dipinti su tela; conservava però il ponte levatoio e il rivellino al di là del ponte in cotto che attraversava il fossato, così come la prigione. Nella parte posteriore (verso ovest) erano i locali di servizio (cucina e stanze dei servitori) e la scala principale che saliva al primo piano. Qui si apriva anche la porta che dava sul giardino, ricavato con un terrapieno che ridusse l’ampiezza del fossato originario creando un anello intorno al perimetro della costruzione. Utilizzata dai feudatari nel corso del Settecento ed ancora nel primo Ottocento per la villeggiatura estiva, in alternanza con il palazzo di Gombito, la rocca, ormai abbandonata, subì la stessa sorte di molte costruzioni antiche in disuso: fu demolita nel 1866 per recuperarne materiali da costruzione. La palazzina costruita in corrispondenza di una parte del fossato verso sud, oggi prospiciente la via principale porticata, risale al 1929. Scomparsa la rocca, restano due testimonianze ben riconoscibili del borgo murato: l’edificio delle scuderie, che incorpora una torre merlata (contrassegnato dal numero 238 nella mappa qui riprodotta), e la porta d’ingresso sud che si apre sulla strada principale del paese. Le scuderie, probabilmente risalenti al XV secolo, proseguivano il lato nord della rocca oltre il fossato; al pianterreno si conserva, anche se suddiviso in due parti e rimaneggiato, l’am396_1a060-00396_d02biente a volte in cotto e colonne che ospitava i cavalli. L’adattamento ad abitazioni private ha cancellato il salone che si trovava al primo piano (utilizzato come teatro nella prima metà del Novecento), mentre sussiste, anche se rimaneggiata, la torre a pianta quadrata che doveva fare parte della cinta difensiva. L’altra porta del borgo era rivolta verso est, dove oggi è l’ingresso principale del paese. Fu demolita nel 1882. Scomparso è anche il fossato che circondava completamente l’abitato seguendone il perimentro lungo l’attuale circonvallazione ed un lato del quale corrispondeva al dugale Delmona, da cui riceveva le acque. La porta sud di ingresso al borgo è databile allo stesso secolo. Presenta due fornici, uno carraio ed uno pedonale, con tracce dei corrispondenti ponti levatoi, levati nel Settecento per far posto a un ponte in cotto. Al di sopra della porta si trovava il luogo della guardia, a cui si accedeva da una scaletta laterale.
N.C.