Cronaca

Operazione antimafia in provincia
Sequestrati beni per 70mila euro

Per queste ragioni, il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Cremona, accogliendo la richiesta della locale Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca anche per equivalente, dei beni nell’attuale disponibilità dell’indagato.

Un immobile in provincia di Cremona e disponibilità finanziarie presenti sui rapporti di conto, per un valore complessivo di circa 70mila euro, sono stati sequestrati dai Finanzieri del Comando Provinciale di Cremona nei confronti di un 60enne campano residente a Romanengo, già condannato con sentenza definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso e altri gravi reati, per non aver comunicato, nei dieci anni dalla sentenza definitiva di condanna, le variazioni del suo patrimonio al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza competente per territorio, come previsto dalla legge n. 646/1982 (c.d. Legge Rognoni- La Torre).

In particolare, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Cremona, nell’ambito di una più vasta azione di monitoraggio dei contesti criminali presenti sul territorio, hanno avviato una serie di accertamenti di carattere economico-patrimoniale nei riguardi di una platea di soggetti residenti nella provincia cremonese condannati in via definitiva per gravi reati e tra questi l’attuale indagato a cui è attribuita una rilevante esperienza criminale che, oltre all’associazione di tipo mafioso, annovera omicidi, estorsioni, rapine, traffico di stupefacenti, incendi e detenzione di armi.

Per queste ragioni, il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Cremona, accogliendo la richiesta della locale Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca anche per equivalente, dei beni nell’attuale disponibilità dell’indagato.

Il provvedimento, eseguito dai Finanzieri del Nucleo PEF di Cremona, si inserisce in una più ampia strategia istituzionale di contrasto al crimine organizzato, anche attraverso l’applicazione della legge n. 646/1982, di cui quest’anno ricorre il quarantennale dalla sua entrata in vigore, che introdusse il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso nel codice penale italiano e che mira a colpire, sul versante dei patrimoni personali, soggetti con un curriculum criminale particolarmente strutturato.

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