Rivarolo Mantovano, due iniziative
sulla conservazione dei beni comuni
Gli storici ponti rivarolesi, documentati nel Catasto Teresiano del 1784, sono quanto rimane dei 33 ponti “in pietra” e “di legno” censiti nella settecentesca mappa della “Digagna di Rivarolo e Cividale”, custodita presso l’Archivio di Stato di Mantova
L’amministrazione comunale di Rivarolo Mantovano torna a far parlare di sè, con due iniziative culturali connesse al tema della conservazione dei Beni Comuni.
Sabato 3 dicembre, nell’auditorium della locale BCC, a un anno dalla conclusione del restauro degli storici ponti rivarolesi, la curatrice, dott.ssa Chiara Zanazzi, ha presentato il libro titolato “QUARTETTO d’ARCHI, antichi ponti nelle valli dei Gonzaga”. Ospiti d’eccezione il dott. Gabriele Barucca, direttore della “Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Cremona, Lodi e Mantova” e il dott. Francesco Meneghetti, presidente del “GAL Terre del Po”.
A seguire, il sindaco Massimiliano Galli ha accompagnato gli ospiti nella visita alla mostra titolata “C’ERANO DELLE VOLTE … e ci sono ancora”, incentrata “sul restauro dei ponti in muratura: esperienze a confronto”. Accanto ai Rivarolesi, nella prestigiosa sede di Palazzo del BUE, figurano, fino al 29 gennaio, il Ponte Visconteo di Valeggio sul Mincio e il Ponte di Maria Luigia sul fiume Taro. Un evento, reso possibile dalla collaborazione instaurata con l’Università di Parma e lo Studio Polaris di Mantova, che ha ottenuto il patrocinio di Regione Lombardia, della Provincia di Mantova, del GAL Terre del Po e del Comune di Parma.
Galli, nell’invitare i concittadini aveva dichiarato: Le due iniziative si collocano nel solco comunicativo delle azioni intraprese per la conservazione dei Beni comuni, consapevoli che è necessario andare oltre l’aspetto pur essenziale del restauro, come fatto episodico, tramandandone la memoria e il patrimonio di informazioni acquisite. L’auspicio è sviluppare quel senso di appartenenza che solo può salvaguardare, nel tempo, l’identità storico culturale delle popolazioni locali. L’effetto indotto della consapevolezza è, si spera, il “take care”, per dirla all’inglese, il prendersi cura, cioè, dei Beni comuni, ora delegato quasi esclusivamente alle istituzioni pubbliche.
Gli storici ponti rivarolesi, documentati nel Catasto Teresiano del 1784, sono quanto rimane dei 33 ponti “in pietra” e “di legno” censiti nella settecentesca mappa della “Digagna di Rivarolo e Cividale”, custodita presso l’Archivio di Stato di Mantova, tra le “mappe di acque e risaie” del Magistrato camerale antico. La riscontrata vetustà ha reso possibile il cofinanziamento del restauro da parte del GAL, a valere sulla misura 7 del bando che finanziava il 70% del costo per “… investimenti relativi alla manutenzione, al restauro e alla riqualificazione del patrimonio culturale dei villaggi, del paesaggio rurale e dei siti di alto valore naturalistico”.
redazione@oglioponews.it