Open Day Casa di Comunità
Casalmaggiore: una bella sfida
Accogliere, orientare, accompagnare. Questi i tre termini, le tre linee guida che ci comunicano subito. "Qui ti accompagnano verso tutte quelle risorse, dal sanitario puro al sociale puro di cui si può avere bisogno". GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
Una signora entra. E’ piuttosto anziana. “Cerco informazioni sull’assistenza domiciliare”. Viene subito indirizzata al PUA. E’ il primo ufficio che ci si trova di fronte entrando. Il Punto Unico d’Accoglienza le darà i primo ragguagli. La meterà in contatto con chi di dovere. Se ne prenderà carico. Funziona (anche) così la Casa di Comunità. Ieri è stato il primo Open Day per la Casa di Comunità di Casalmaggiore. Un modo utile per avvicinare la nuova struttura ai cittadini.
Accogliere, orientare, accompagnare. Questi i tre termini, le tre linee guida che ci comunicano subito. “Qui ti accompagnano verso tutte quelle risorse, dal sanitario puro al sociale puro di cui si può avere bisogno”. Alcuni servizi sono in loco, altri sono fuori. A breve distanza, e comunque facilmente raggiungibili. Al momento la Casa di Comunità è aperta dalle 8 alle 18 ma si arriverà (essendo un HUB) all’apertura h24. La struttura operativa in piazza Garibaldi vede – e vedrà sempre di più – coinvolti i medici di medicina territoriale e tutte quelle figure di riferimento sul territorio. Gli infermieri di comunità sono già qui, ed altri ne arriveranno. Il loro è un ruolo chiave per tutte quelle funze compiti che non prevedono l’ospedalizzazione.
“Abbiamo organizzato – spiega Paola Mosa, Direttore sociosanitario dell’ASST di Cremona – il primo Open Day per la casa di Comunità che abbiamo inaugurato pochi giorni fa a Casalmaggiore alla presenza di regione Lombardia. È un momento importante, è un cambiamento dei nostri servizi. Questo è un luogo dove tratteremo le persone con fragilità, cronicità e disabilità. Faremo ovviamente una accoglienza con una valutazione dei bisogni complessi delle famiglie e indirizzeremo sicuramente su percorsi di presa in carico che vuol dire da un punto di vista sanitario, indirizzare il cittadino, accompagnarlo per ricevere prestazioni sanitarie nel punto del nostro presidio ospedaliere di Oglio Po e prenderlo in carico da un punto di vista socio sanitario con gli infermieri di famiglia, gli specialisti e il rapporto di primaria importanza con gli assistenti sociali dei comuni e i medici di medicina generale. Quindi in questo spazio piano piano tutti costruiranno percorsi per la presa in carico dei cittadini fragili e complessi”.
Ieri mattina, tra le altre persone che abbiamo visto, Cristina Cozzini, responsabile del Concass. Un assistente sociale del Concass sarà fisicamente presente un giorno alla settimana in maniera fissa e sarà attivato ogni qual volta ce ne sarà la necessità. Ma c’era anche Stelle sulla terra: il ruolo delle associazioni che operano positivamentesul territorio sarà fondamentale.
La Casa di Comunità è un luogo di cura, che mira a mantenere a domicilio le persone attraverso lo sviluppo di interventi sociosanitari studiati in base al singolo caso. Per questo motivo nel suo compito e nella sua funzione diventerà sempre più centrale. Ogni struttura é a se stante. Inutile dunque fare paragoni con Viadana, o Bozzolo.
Nadia Poli, Direttore dei Servizi per la Domiciliarità, ASST di Cremona era presente ieri mattina a Casalmaggiore, così come Enrica Mantovani, la dottoressa Elena Mariani, Direttore del Distretto Oglio Po Casalasco-Viadanese e Paola Mosa. La valorizzazione e il potenziamento della medicina di prossimità con la costruzione di percorsi e reti di offerta dei servizi territoriali nel territorio casalasco-viadanese può essere possibile solo grazie ad un lavoro di stretta collaborazione tra l’ASST di Cremona e l’ASST di Mantova, e a un intenso lavoro di rete con i servizi territoriali, sanitari e socio assistenziali.
Un ruolo importante – dicevamo – è quello dell’associazionismo. “Ci siamo incontrati – spiega Enrica Mantovani, responsabile della struttura – con i responsabili delle associazioni, il loro è un ruolo molto importante, fondamentale. Abbiamo tutti una missione comune, che è quella della presa in carico dei problemi dell’individuo mettendo in rete ognuno le proprie competenze. Si lavorerà in sinergia con tutti”.
“Credo che sia un’ occasione per i cittadini e anche per noi di riuscire a ottimizzare quanto già esistente sia all’interno delle aziende che sul territorio. Quindi sarà un lavoro di ottimizzazione delle risorse che abbiamo in questa terra. Sono molto contenta che si sia inaugurata questa nuova realtà e spero che questi sia il primo di una lunga serie degli Open Day che si potranno fare nel tempo anche per vedere le modifiche e i cambiamenti che questa struttura potrà fare, sempre a favore dei cittadini”.
La dottoressa Nadia Poli, Direttore dei Servizi per la Domiciliarità, ci parla di tutti quei servizi che andranno ad implementarsi col tempo, dall’assistenza alle persone fragili alla telemedicina.
Quella della Casa di Comunità è una sfida. Tanto dipenderà dalla capacità di tutti di fare rete, dalla volontà di creare realmente una struttura sinergica. Di positivo per il cittadino c’è soprattutto il fatto di trovare, in un unico punto, tutto ciò che può favorirne l’assistenza. La strada del Prendersi cura, oggi, parte da qui. Una sfida che – seppur complessa – tutti si augurano possa essere vinta.
Al di là della questione politica e delle varie critiche di questi mesi, questa è l’unica cosa che conta.
N.C. (video Alessandro Osti)