Saman e la cittadinanza postuma.
Berceto, e la cittadinanza fluviale
Chi scrive queste righe non rappresenta nulla e nessuno e non può quindi decidere alcunché nel merito. Ma un pensiero per Saman, fra tante camminate lungo il Grande fiume, ci sarà sempre e sarà come attribuirle, questo sì, e senza esitazioni, da subito, la Cittadinanza Fluviale
Alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ed a pochi giorni della macabra scoperta che, purtroppo, dovrebbe far luce sul drammatico destino di Saman Abbas, quali e quanti sono i sindaci e le amministrazioni comunali, anche dei nostri territori fluviali, pronti a conferire la cittadinanza onoraria postuma alla giovane ragazza pakistana?
In questi anni abbiamo assistito tutti a iniziative di sensibilizzazione più o meno interessanti o discutibili che hanno spaziato tra panchine rosse, scarpe rosse, facciate di edifici pubblici illuminate di rosso e chi più ne ha più ne metta. Anche quest’anno, un po’ ovunque, le iniziative e gli appuntamenti un po’ ovunque si moltiplicheranno ed è giusto così perché il tema è di particolare urgenza ed attualità. Ma la domanda va, di nuovo, ribadita e riproposta: quali e quanti sindaci ed amministrazioni comunali se la sentono, a maggior ragione in questi giorni, di conferire la cittadinanza onoraria a Saman Abbas?
Si tratterebbe di un gesto di vicinanza alle donne di tutto il mondo, senza distinzione di etnia, religione o cultura, che ancora oggi soffrono per la discriminazione di genere. Sarebbe un gesto di elevato valore simbolico che, certo, purtroppo, non risolverebbe quella che ormai sembra la drammatica fine della ragazza. Ma potrebbe avere un “peso” non secondario, non solo a livello simbolico ma anche nel sollecitare, chi di dovere, ad emettere leggi più severe e chiare a difesa di tutte le donne: senza alcuna distinzione, appunto, di etnia, religione e cultura.
E’ freschissimo l’appello di Ahmad Ejaz, giornalista di origini pakistane residente in Italia, tra i consulenti di cui si è avvalsa la trasmissione “Chi l’ha visto” per far luce sull’omicidio di Saman Abbas che, attraverso l’agenzia Dire, invita a conferire a Saman la cittadinanza italiana postuma. “È stata una ragazza genuina e coraggiosa – ha detto in questi giorni il giornalista – che si è battuta non solo per i suoi diritti ma anche per quelli dei figli nati da famiglie straniere che, come la sua, faticano a mettere da parte le tradizioni, e più in generale per i quasi due milioni di giovani che lo Stato non riconosce cittadini italiani“.
Nel frattempo diversi Enti hanno già provveduto a conferirle la cittadinanza onoraria, come nel caso di San Gregorio d’Ippona e di Berceto, comune montano del Parmense che ora si prepara anche a costituirsi parte civile nel futuro processo riguardante la dolorosa vicenda. Berceto, grazie all’iniziativa del suo sindaco Luigi Lucchi, la cittadinanza onoraria a Saman l’ha attribuita già a giugno del 2021.
“Attribuire la cittadinanza onoraria a Saman Abbas – è stato scritto nella delibera – vuole significare far emergere problemi enormi che coinvolgono il nostro Paese. L’Italia negli ultimo 50 anni ha fatto passi da gigante, seppur insufficienti, nei diritti civili, nei diritti del mondo femminile. Il pericolo, visto il numero spropositato di femminicidi, è di rimpolpare una cultura retrograde che avevamo, nei confronti della parità femminile e nel rispetto della donna“.
Il monito del Consiglio comunale di Berceto è anche quello di combattere “le usanze tribali di diverse Comunità immigrate in Italia con l’applicazione delle nostre Leggi: sono le Leggi Italiane che debbono essere rispettate, insieme alla Costituzione, da parte di tutti coloro che abitano in Italia. Saman Abbas – si legge ancora nel testo – ha tentato di avvalersi di queste Leggi ma non siamo stati capaci, perché non è semplice, di farle rispettare, in questo caso, dalla sua famiglia. Resta il sacrificio e il coraggio di una ragazzina che è stata immolata sull’altare della negazione, a una donna, della libertà E’ un onore attribuire la cittadinanza onoraria del Comune di Berceto a Saman Abbas. Un onore e un monito. Mai più delitti come questo”.
Ora il sindaco Lucchi rilancia e proprio in queste ore ha fatto sapere che “se ammessi, saremo parte civile nel futuro processo a carico dei suoi aguzzini. Tradizioni barbare – prosegue – non debbono trovare posto in Italia e questo richiede la capacità anche delle Istituzioni di contrastarle. Gli emigrati debbono rispettare le nostre leggi e noi dobbiamo applicarle. A ben vedere, ad esempio, Saman aveva diritto a una copia dei documenti senza dover tornare a casa dove la famiglia glieli aveva sequestrati. La famiglia doveva essere denunciata. Le leggi ci sono: applichiamole”.
Non è nuovo, il primo cittadino di Berceto, a iniziative forti e talvolta clamorose come quella che, nel 2019, lo ha portato a conferire la cittadina onoraria ad Abdullah Ocalan, il leader del Pkk curdo detenuto da vent’anni nell’isola-prigione turca di Imrali. Una iniziativa, che aveva anche sollevato le ire turche al punto che, all’epoca, il ministero degli Esteri turco aveva convocato l’ambasciatore italiano ad Ankara per esprimergli la “forte condanna” del governo di Recep Tayyip Erdogan per l’attribuzione della cittadinanza onoraria ad Abdullah Ocalan. “Quando si difendono ideali e diritti non bisogna avere paura”, aveva da subito commentato il sindaco di Berceto che, nel 2019, ha anche incaricato uno studio legale di Mantova di seguire il corso legale con la Corte Penale dell’Aia e di chiamare in correità l’Onu, il G7, il G8, il Presidente del Parlamento Europeo e la Presidenza della Commissione Europea. Il primo cittadino bercetese, infatti, aveva denunciato al Tribunale dell’Aja il presidente del Brasile Bolsonaro per crimini contro l’umanità.
Iniziative forti e decise, dunque, da parte di un sindaco di un piccolo paese che ha avuto il coraggio, precedendo tanti altri, di conferire subito la cittadinanza a Saman. Con la speranza che anche altri, senza se e senza ma, e senza tergiversare, seguano il suo esempio. Chi scrive queste righe non rappresenta nulla e nessuno e non può quindi decidere alcunché nel merito. Ma un pensiero per Saman, fra tante camminate lungo il Grande fiume, ci sarà sempre e sarà come attribuirle, questo sì, e senza esitazioni, da subito, la Cittadinanza Fluviale.
Eremita del Po, Paolo Panni