Mostre: Gianluca Ferrari e Damiano
Paroni, CROSS-SECTION a Viadana
In Galleria Civica di Arte Contemporanea a Viadana, Ferrari e Paroni, esprimono il loro modo di fare arte, realizzando due istallazioni dialetticamente compenetranti dal titolo “Cross-Section”
Quando Renè Magritte nel 1929 dipinse “TRAISONS DES IMAGES” meglio conosciuta come “Ceci n’est pas une pipe”, e ancor prima Marcel Douchamp con i suoi ready-made: “RUOTA DI BICICLETTA” del 1913, FONTANA del 1917, “L.H.O.O.Q” del 1919 …, per l’arte figurativa iniziava una nuova era.
L’avvento del Dada e delle Avanguardie del’900, fa crescere prepotentemente l’importanza dell’elemento concettuale a discapito degli altri elementi fondamentali: l’elemento narrativo-figurale e l’elemento tecnico-espressivo.
A questo punto però, diventa più complesso l’approccio con l’arte, allorché l’idea e la progettazione dell’idea diventano predominanti sull’oggetto artistico finale.
In altre parole, nell’arte concettuale, il problema estetico è subordinato alla fase progettuale e diventa unicamente strumento per la sua concretizzazione.
Con tale presupposto, ne consegue che per poter comprendere ed apprezzare l’operazione artistica di Gianluca Ferrari e Damiano Paroni realizzata dentro gli spazi della Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Viadana, diventa necessario avere acquisito un minimo di dimestichezza con i principi dell’arte concettuale. A tale scopo cito testualmente quanto scritto nell’enciclopedia Treccani:
. Forma dell’arte d’avanguardia contemporanea, nata negli anni Sessanta, il cui fine è di giungere a una realizzazione intellettuale e teoretica, rifiutando l’oggetto e valorizzando il processo, lo schema concettuale per mezzo del quale vi si arriva. Le sue radici possono essere ricercate nella filosofia Zen, basata sulla meditazione e sulla concentrazione, e nella poetica dadaista che sta alla base dell’odierna dissacrazione dell’oggetto. La c. a. più pura si libera dalla sottomissione al materiale e si volge prevalentemente alla progettazione e all’ideazione di un’opera. La ricerca non è rivolta alla creazione di qualcosa di tangibile, ma alla concettualizzazione di un’immagine. Quello che conta è il rapporto tra i successivi elementi della realizzazione artistica, il processo che si attua secondo le regole del calcolo logico- matematico. I primi artisti a dedicarsi a questo genere di ricerche sono stati: J. Kosuth, J. Beuys, B. Venet, R. Barry, D. Graham, On Kawara, D. Lamelas, C. Millet, e il gruppo inglese della rivista Art Language. In Italia si può considerare un antesignano Manzoni, poi G. Paolini, E. Prini, A. Trotta, G. Chiari, E. Miccini, V. Agnetti. Espongono descrizioni di idee, definizioni di oggetti, diagrammi di opere possibili, formule matematiche, strutture prospettiche e progetti complicatissimi.
Quest’arte rappresenta un momento di crisi della creazione visiva, una protesta contro l’inflazione dell’oggetto artistico (multipli, grafica, disegno industriale), la volontà d’isolare il dato arte da contaminazioni estetiche e sociologiche. Si ripropone una sorta di mito dell’arte, che si manifesta e si definisce mettendo a nudo i suoi processi e meccanismi speculativi.
In Galleria Civica di Arte Contemporanea a Viadana, Ferrari e Paroni, esprimono il loro modo di fare arte, realizzando due istallazioni dialetticamente compenetranti dal titolo “Cross-Section”.
L’operazione coinvolge totalmente lo spazio galleria, con elementi per certi versi di tipo minimalista, infatti gli autori si impossessano dello spazio con elementi pressoché modulari di grande rigore formale che segnano percorsi ritmici collocati nelle varie stanze stravolgendole e modificandone la fruizione.
Il visitatore non si troverà di fronte a una serie di opere esposte, ma bensì dentro alle opere stesse, in una sorta di viaggio in spazi senza tempo, in luoghi alieni, senza dimensioni. La ripetizione modulare degli elementi pur nelle loro infinite varianti, diventa elemento pulsante. L’uso delle tecnologie contemporanee, il rigore grafico degli elementi creano una serie di situazioni estranianti in cui i visitatori non potranno esimersi dall’essere coinvolti.
Gianluca Ferrari e Damiano Paroni dimostrano così la loro maturità artistica e professionale producendo situazioni spaziali di grande effetto sinergico. In questa operazione solo il visitatore diventa l’incognita aggiunta, l’elemento variabile che entra nella dimensione mentale, concettuale per l’appunto, degli autori.
Un vero viaggio nei nuovi linguaggi contemporanei, pieni di riverberi psicologici, semantici, linguistici e sinestetici, che fanno sì che i due artisti Gianluca Ferrari e Damiano Paroni, si pongano a giusto titolo tra gli artisti più interessanti della loro generazione.
Per tale convinzione la Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Viadana presenta il loro lavoro con grande soddisfazione.
Paolo Conti (Direttore e Curatore della Galleria Civica di Arte Contemporanea al MuVi di Viadana)