Saman Abbas, Pakistan collabora con
l'Interpol: ordine di cattura per genitori
Lo zio ed i cugini sono detenuti in carcere a Reggio Emilia in attesa del processo, che partirà il prossimo 10 febbraio e vede come imputati i tre uomini in carcere e i genitori di Saman.
Potrebbe essere a una svolta il caso di Saman Abbas, la 18enne scomparsa (e probabilmente uccisa) a Novellara di Reggio Emilia tra il 30 aprile e il primo maggio dell’anno scorso. A svelarla, all’interno della trasmissione di Rete4 Quarto Grado, la direttrice della seconda divisione Interpol Maria José Falcicchia.
“Il Pakistan – ha svelato ai microfoni della trasmissione – ha valutato di emettere un provvedimento di cattura nazionale”. Un riconoscimento anche all’attività investigativa dei Carabinieri della Compagnia di Guastalla e del comando Provinciale di Reggio Emilia, Di rimando una soddisfazione anche per il Colonnello Luigi Regni, ex comandante della Compagnia di Guastalla, da poco in pensione. “Nelle scorse settimane le autorità del Pakistan hanno recepito la fondatezza delle attività svolte in Italia dai carabinieri di Reggio Emilia e dall’autorità giudiziaria supportata dai servizi di cooperazione di polizia. Dopo una valutazione molto lunga per un caso complicato anche per loro e senza precedenti, hanno deciso di fare propria la ‘red notice’, ossia la richiesta di arresto internazionale già nel circuito Interpol, delegando le autorità di polizia del Punjab, regione dalla quale proviene la famiglia di Saman”.
Sabbar Abbas e Nazia Shaheen, padre e madre della giovane ragazza che aveva deciso di vivere all’Occidentale e di farsi una vita al di fuori delle rigide regole pachistane erano rientrati in patria subito dopo la scoparsa della figlia. Scomparsa per la quale – esecutore materiale – è stato accusato lo zio di Saman, Danish Hasnain, in collaborazione con i due cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Lo zio ed i cugini sono detenuti in carcere a Reggio Emilia in attesa del processo, che partirà il prossimo 10 febbraio e vede come imputati i tre uomini in carcere e i genitori di Saman.
L’accusa per loro è pesantissima: concorso di sequestro di persona, omicidio e soppressione di cadavere. Il corpo di Saman non è mai stato trovato, nonostante le ostinate ricerche dei carabinieri, fatte con tutte le forze speciali adatte all’operazione di cui l’Arma dispone. L’eventuale cattura con l’estradizione dei genitori di Saman potrebbe accelerare la ricostruzione precisa di quei drammatici momenti e ridare pace alla 18enne che voleva solo vivere una vita normale, come tutte le ragazze della sua età. Una speranza, quella dei carabinieri, di poterli intercettare e finalmente interrogare per arrivare alla verità e magari dare una degna sepoltura al corpo di Saman.
“Rivedermi in una intervista al TG5 in attività di servizio – ha commentato dal proprio profilo social Regni, ora in pensione – concentrato nelle complesse ricerche (tutt’ora vane) della povera Saman, mi provoca dolore. Vedere quel delinquente ed assassino del padre Shabbar, mi trasmette rabbia e odio (ora che non sono più coinvolto direttamente lo posso scrivere e sostenere). Mi confermano che esiste un provvedimento di ricerca di queste due bestie (padre e madre). Finalmente si muove qualcosa. Anche in Pakistan inizia ad avvertirsi un certo imbarazzo e fastidio in merito alla tragica vicenda”.
N.C.