San Carlo, bilancio discreto. Ottimo
l'alimentare, il resto andrà studiato
30 quintali di tortelli di zucca polverizzati, cotechini riordinati per ben due volte ed andati esauriti. Il tempo ha dato una grossa mano ma il successo della - parte alimentare - della fiera deve aprire qualche riflessione in più
“… Non lo faccio più da quando abito lontano da Casalmaggiore, ma una mia tradizione personale, che qui rivendico, era di passare l’ultima sera, l’ultima notte, quando le giostre vengono smontate, in piazza Garibaldi. Pochi minuti, una mezz’ora, a volte un’oretta. C’era tanta nostalgia e un po’ di malinconia, come se quel Carnevale novembrino che ci aveva portato tanta allegria dietro la nebbia e dentro le caldarroste, si stesse portando via un pezzo di noi e dei nostri anni migliori (e forse è stato davvero così). Non ero felice di vederli smontare e partire, di listonare tra viti e bulloni. Ma sentivo il bisogno di farlo. Una singolare, inesorabile attrazione. Forse perché, metafora di vita, la partenza delle giostre era semplicemente un modo diverso, una diversa prospettiva, per ricordarmi che alla prossima Fiera mancavano solo 364 giorni o giù di lì… È così anche adesso. Anche se ora non sono a listonare tra viti, bulloni e qualche imprecazione. Anche se oggi sono più lontano, San Carlo è e resterà sempre la mia Fiera!…” (SALUTATEMI I GIOSTRAI – G.G.)
Si chiude una discreta Fiera di San Carlo. Con luci ed ombre, sperimentazioni andate in porto ed iniziative che andranno maggiormente studiate. Complessivamente è stata una buona fiera, ricca di iniziative collaterali (mostre soprattutto) ottima dal punto di vista della Sagra del Cotechino (che ha chiuso con una sera di anticipo rispetto ai tempi per esaurimento scorte) da rivedere sicuramente per ciò che riguarda ambulanti e mercato. Manca un po’ di effervescenza, un po’ di vita insomma. Non è un problema di bimbi o autoctoni: è più una questione di interesse complessivo, di capacità di attrarre anche da fuori. Ma servirà lavorarci. La Fiera di San Carlo è tradizione, da sempre, ma deve anche essere innovazione, deve crescere: una sfida che la Pro Loco guidata da Mirko Devicenzi ha deciso di intraprendere.
30 quintali di tortelli di zucca polverizzati, cotechini riordinati per ben due volte ed andati esauriti. Il tempo ha dato una grossa mano ma il successo della – parte alimentare – della fiera deve aprire qualche riflessione in più. In considerazione anche del fatto che, a 15 km di distanza, il november Pork di Sissa è stato un successo al di là di ogni più rosea aspettativa, con code lunghissime agli accessi, nonostante i 3 euro di ingresso.
C’è soddisfazione, e stanchezza in Pro Loco. Lo sforzo non è stato indifferente e le forza – è inutile girarci intorno – sono sempre e comunque poche. La Sagra del Cotechino e del Blisgon è stata un successo oltre ogni aspettativa. Domenica sera non si è potuto fare diversamente: non c’era quasi più nulla. “Faremo due conti – ha detto Mirko Devicenzi – ma già da adesso posso dire che per quel che riguarda la sagra è stato un successo. Un successo che ha i suoi perché, con gente che si è data da fare. Penso solo a chi era in cucina, con 10 ore al giorno di impegno costante”. Volontari, tutti volontari che si sono impegnati sino in fondo. “Se le cose sono andate come penso posso dire che con impegno si possono raggiungere gli obiettivi. Na serve gente, e serve soprattutto tempo da dedicarci. Io avevo Luca, e avevo Marco (Luca Visioli e Marco Gozzi) che mi hanno dato una grossa mano e qualche volontario nuovo, ma sono sempre troppo pochi. Da fuori è facile dire che si può fare di più, ma gestire un evento come una fiera è un vero e proprio lavoro, non lo si può fare a tempo perso”.
Qualcosa andrà strutturato e pensato meglio, ma intanto qualcosa di buono c’è, e si ripertirà da quello. Con chi? E’ ancora presto per far dei conti. “Io ho dato la mia disponibilità come presidente sino a dicembre, e così sarà. Poi se ci sarà bisogno di dare una mano ci sono, come è sempre stato. Ma ho anche un lavoro da portare avanti. Bisognerà riflettere su tante cose. E lo faremo”.
G.G. & N.C. (FOTO: Alessandro Osti e N.C.)