Cronaca

L'infinita armonia e bellezza delle
terre di fiume: a due passi dal cuore

Io continuo a preferire il mio fiume, i suoi argini e i suoi boschi; continuo a preferire il silenzio, il muovermi a piedi, lontano dalla massa, tra luoghi sconosciuti ai più: anche a chi ci vive

Ci sono luoghi, nelle terre intorno al vecchio Eridano, che quasi nessuno, nemmeno i residenti, conoscono. Luoghi nascosti, luoghi di pace e di silenzio, che poeti, scrittori, scultori, fotografi e pittori dovrebbero conoscere per sedersi all’ombra di una vecchia quercia e trovare ispirazione per la loro arte. “Ma dove si trova?”: mi sento spesso ripetere questa domanda (da chi osserva qualche mia foto), che ha del paradossale perché so che, al mio interlocutore, quasi sempre dovrò dire: “a due passi da casa tua”. Sulle prime si sentono presi in giro, dicono che è impossibile, che forse non voglio rivelare dove si trova. Nessuna presa in giro, invece. Nessun segreto e nessun mistero, perché è davvero a due passi, a volte a poche centinaia di metri da casa. Ma purtroppo la gente, anche nelle giornate più splendenti, non vede oltre il proprio naso. Come se la nebbia, celebrata da pochi (per chiari ed evidenti interessi, perché il dio denaro sa oscurare e avvelenare anche le menti) e ampiamente odiata da molti (perché è pericolosa e fastidiosa, e basta) avesse ovattato anche la vista (oltre che le teste).

La gente preferisce i luoghi di massa, le grandi manifestazioni (anche quelle dove ti costringono a pagare per andare a vedere una schiera di bancarelle), la confusione, il chiasso; preferisce spendere in modo compulsivo e intensivo (per poi parlare di crisi e lamentarsi….e dire che non arrivano alla fine del mese….). Liberi, certo, di gestire i loro tempi, i loro spazi e le loro occasioni (ed i loro danari) come meglio credono.

Io continuo a preferire il mio fiume, i suoi argini e i suoi boschi; continuo a preferire il silenzio, il muovermi a piedi, lontano dalla massa, tra luoghi sconosciuti ai più: anche a chi ci vive. Luoghi che, in questi giorni d’autunno, profumano di funghi, inebriati da antichi saperi, e divengono opere d’arte con i colori che Madre terra, e solo lei, sa imprimere. Luoghi nati in un tempo antico, custoditi e lasciati dai nostri padri (quelli che la domenica andavano a morose in bicicletta dopo il duro lavoro della stalla e dei campi).

Luoghi dove il silenzio è melodiosa armonia e dove tutto è intima e vera grazia.

Eremita del Po, Paolo Panni (testo e foto)

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