Campanile di Cividale dimenticato
lavori fermi: resta l'impalcatura
Da anni il campanile di Cividale, che ha meno di 70 anni e quindi non inseribile in un discorso di patrimonio storico culturale, appare avvolto da una ragnatela di tubi Innocenti con alla base assi di legno che il tempo e l’umidità stanno portando alla putrefazione
Il Campanile della Chiesa di Cividale è entrato nei ragionamenti di un importante convegno culturale tenutosi mercoledi scorso all’interno della Curia Vescovile di Cremona.
Si parlava del restauro dell’altare nella Cattedrale la cui inaugurazione è fissata per il 6 novembre prossimo e dei contributi ottenuti grazie all’erogazione dell’otto per mille.in parte destinati a tale prestigioso recupero artistico. E’ venuto spontaneo, da parte di un giornalista presente, porre il quesito relativamente alla torre della chiesa del piccolo paese mantovano da tempo interessato da lavori di messa in sicurezza sottintendendo la curiosità di comprendere perché tali contributi provenienti dalle denunce dei redditi non potessero finire anche dentro quel recupero.
Da anni il campanile di Cividale, che ha meno di 70 anni e quindi non inseribile in un discorso di patrimonio storico culturale, appare avvolto da una ragnatela di tubi Innocenti con alla base assi di legno che il tempo e l’umidità stanno portando alla putrefazione. In cima vi sono delle assi in lamiera poste a protezione di eventuali frammenti di laterizio che potrebbero staccarsi. E sono stati propri questi distacchi a suscitare tempo fa le prime preoccupazioni portando alla scelta di erigere un ponteggio su cui però da anni non si vede nessun operaio al lavoro.
La torre sorge in fregio alla via principale del paese su cui transita un continuo traffico veicolare oltre ad essere praticamente addossata a case abitate da famiglie. Il direttore diocesano dell’Ufficio Beni Culturali della Curia cremonese don Gianluca Gaiardi presente alla conferenza stampa, ha dimostrato di conoscere molto bene la situazione di Cividale fornendo al giornalista interpellante una risposta articolata. Sulla questione tra l’altro si è formato a Cividale un Comitato (presieduto dal parroco don Ernesto Marciò) che però non sembra avere trovato per il momento alcuna soluzione.
Nei mesi scorsi durante un’assemblea abbastanza vivace, era emersa addirittura l’ipotesi che l’unico modo per mettere in sicurezza il campanile fosse quello di abbatterlo. Ma a tale proposito erano sorte forti contrarietà essendo la popolazione del paese molto legata a quella torre. “A Cividale mi pare vivano non più di 400 abitanti e in tanti ricordano come quel campanile fosse sorto grazie all’autofinanziamento della popolazione di allora – ha spiegato don Gaiardi lasciando intuire il sentimento di conservazione che i residenti mantengono quindi nei confronti del manufatto campanario”.
Un terreno poco idoneo, un rivestimento di mattonelle precario e le vibrazioni del traffico sottostante rendono la torre di Cividale nelle condizioni attuali, senza la prospettiva di una soluzione vicina. La popolazione dovrà tornare a raccogliere soldi casa per casa come si fece negli anni 50 per costruirla? Stavolta però per metterla in sicurezza o addirittura per abbatterla e prevenire pericolosi rischi futuri.
Ros Pis