Castelponzone, Sapori d'autunno:
e il Borgo si riempie di bellezza...
Ha funzionato tutto: il mercato, i giochi, l'esibizione canina. Non avrebbe potuto essere altrimenti. La lieve, e decadente, ed infinita bellezza del borgo ha fatto il resto
La lieve e decadente bellezza di Castelponzone, il suo tempo sospeso ed aggrappato ai portici, alle vecchie botteghe rimaste, le sue case che – a prescindere da come sono messe – riescono sempre a reggere il cielo è riuscita ancora una volta a farci innamorare.
Merito delle Castelline, della loro forza e bellezza, merito di quello che riescono e sempre a mettere in piedi a partire dai piccoli particolari. Castagne, pane e salame, una birra, un gelato, un piccolo mercato sotto i portici, l’infinita bellezza del ritrovarsi in un luogo che è ritrovo e convivio, palcoscenico e spazio ameno, poesia (tanta) e organizzazione.
Ci siamo innamorati. Ancora una volta e perdutamente come sempre, pur avendo raggiunto ormai l’età della ragione e della disillusione. Delle partite a carte sotto i portici, dei giochi per bambini (anche quelli un po’ cresciuti come noi). Delle vecchie signore sedute al tavolino. Delle impalcature e delle crepe che poi sono sempre le stesse. Dei centrotavola impolverati, bottiglie di vino e zucche, foglie colorate e ombrelli. Di tutto e del tutto. Perché qui è dell’insieme che ci si innamora, sempre.
La Festa d’Autunno è andata ottimamente. Ma questo facevamo anche a meno di dirvelo: qui, qualunque cosa organizzino quelle iperattive e pie donne che non riescono davvero a starsene quiete (e per fortuna nostra) va a finir bene. Nonostante tutto e tutti. Perché la gente, perdutamente innamorata come noi, poi torna. Si riappropria degli spazi, ritrova volti noti, compra miele, e polline, e frutta, e verdura, e castagne, e torte dai sapori antichi, e salami e ancora ogni altra cosa. Porta i bimbi, o i nipoti, o la moglie, o forse ancora qualcuno l’amante a camminare piano, a rifare avanti e indietro la strada. A intavolar discorsi con volti conosciuti o con passanti per caso. E tutto si compone, come in un prezioso mosaico che alla fine ti rimane addosso, amche quando poi vai via.
Perché quelle signore lì – le Castelline – ci sanno fare.
Ha funzionato tutto: il mercato, i giochi, l’esibizione canina. Non avrebbe potuto essere altrimenti. La lieve, e decadente, ed infinita bellezza del borgo ha fatto il resto. E’ stata una festa senza grandi cose: non servono qui. A Castelponzone basta davvero poco. Se non per essere felici, almeno per essere sereni e per sorridere.
Nazzareno Condina (Foto Alessandro Osti e N.C.)