Fanny Ubaldi: "Gli Europei?
No, viene prima il lavoro"
Un Europeo val bene lo spostamento di una settimana, potrebbe pensare un profano. Ma non è così semplice. “Nel weekend del 3 novembre a Verona c’è la Fiera Cavalli, ossia il più importante evento nazionale per chi lavora in questo settore". GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
Terzi agli ultimi Europei organizzati in Italia, per la precisione in Piemonte, fuori dai giochi – molto probabilmente – in questa edizione. Ma non per demerito o per una mancata qualificazione. Ed è proprio qui che sta il sapore acre della beffa. Soprattutto per Fanny Ubaldi, cavallerizza classe 1990 di Viadana (originaria di Brescello ma da qualche tempo residente nella frazione di Cavallara), che cavalca Neque-Jda, splendido esemplare di razza iberica giunto in Italia a 5 anni e che ora di primavere ne ha 7.
“Non so se potrò indossare la mia prima maglia azzurra ed è un vero smacco – spiega Fanny -. Mi sono qualificata assieme ad un’altra quindicina di atleti nelle varie categorie previste per gli Europei Master Iberico (dunque non di Federazione ma comunque paralleli, ndr) in programma in Belgio. Il problema è che questa competizione era stata inizialmente fissata il 28 ottobre, poi è stata spostata all’improvviso il 3 novembre”.
Un Europeo val bene lo spostamento di una settimana, potrebbe pensare un profano. Ma non è così semplice. “Nel weekend del 3 novembre a Verona c’è la Fiera Cavalli, ossia il più importante evento nazionale per chi lavora in questo settore. Io stessa – spiega Fanny – ho preso appuntamento con alcuni operatori che saranno a Verona appositamente per vedere alcuni cavalli. E come me tanti altri atleti della Nazionale Italiana non possono sdoppiarsi, dato che questo è uno sport che si mantiene proprio col lavoro, essendo parecchio costoso”.
Spieghiamo meglio quest’ultimo passaggio. “Faccio un esempio molto concreto: un box per il cavallo costa 400 euro, di fatto come un affitto medio per un essere umano. E questa è soltanto una parte di spesa prevista. Per questo, quando ho iniziato ad affrontare il mio percorso sportivo a livello agonistico, ho dovuto pensare a come ottenere i fondi per potermi permettere tutto questo. E dato che i cavalli sono la mia passione, sono rimasta nel settore anche a livello lavorativo. Ho iniziato a 13 anni questa pratica e a 19 anni, dopo la maturità, sono diventata istruttrice, perfezionandomi nel 2015. Peraltro sono tra le poche atlete in Italia che affronta sia la monta inglese, ossia il Dressage, disciplina olimpica, sia le varie discipline della monta americana, che invece non è stata ammessa ai Giochi. Di solito le due “monte” si guardano in cagnesco, ma a me piacciono entrambe, pur essendo molto diverse”.
La qualificazione agli Europei in Belgio era nel Dressage “anche perché – precisa Fanny – per quanto concerne la monta americana queste competizioni sono codificate in modo differente e non c’è una vera e propria qualificazione pre-gara, ma si arriva sul posto e si compie un primo percorso di ammissione. Dunque non si parla di una convocazione ufficiale, che invece è prevista nella monta inglese. Peraltro per arrivare in Belgio avevo già trovato gli sponsor, chiedendo aiuto ad aziende che, pur gravate dai costi in questi tempi difficili, non mi hanno fatto mancare la loro fiducia. Ma adesso probabilmente dovrò rinunciare”.
C’è una possibilità di ripensamento? “Il motto è, o tutti o nessuno. Quindi se gli atleti azzurri decidono di stare a casa, anche per dare un segnale, pure io starò a casa: a malincuore, perché è pur sempre la mia prima convocazione, ma lo farò. E’ giusto alzare la voce e fare sentire la nostra protesta. Sono convinta che ce la potremmo giocare con i più forti d’Europa, che storicamente sono i tedeschi e i belgi”.
Giovanni Gardani