Mostra: la terra di Kirov nelle
foto di Isabel Nucera a San Polo
“The Village - aggiunge il sindaco di Torrile, Alessandro Fadda - apre ufficialmente la stagione culturale del nostro Comune. Inizia un periodo, quello autunnale, che sarà denso di iniziative tra mostre e appuntamenti teatrali che offrono un momento di profonda riflessione sulla nostra società”
C’è un villaggio circondato da boschi, di nome Kirov, nell’estremo sud della Bielorussia. Proprio vicino alla frontiera ucraina, dritto nel cuore della “zona di esclusione” che circonda Chernobyl.
Ad oltre trent’anni dal disastro nucleare del 26 aprile 1986, la terra di Kirov ha una contaminazione di 31 curie per chilometro quadrato. Gli abitanti del villaggio – 312, compresi 88 bambini – hanno in corpo ben più di un millisievert (unità di misura dell’energia radioattiva assorbita da organi e tessuti umani) oltre la norma.
Questo villaggio esiste solo per la sua gente. Per tutti gli altri, è un luogo fantasma: troppo contaminato per continuare ad essere abitato. Un villaggio raccontato negli scatti della fotografa Catalina Isabel Nucera che esporrà le proprie immagini nella sede municipale di Strada Primo Maggio 1 a San Polo di Torrile sino al 22 ottobre. La mostra, dal titolo “The Village”, sarà inaugurata domenica 9 ottobre alle 10.30 e sarà poi visitabile tutti i giorni, sino al 22 ottobre negli orari di apertura del Comune (da lunedì alla domenica dalle 8.30 alle 13 e giovedì anche al pomeriggio dalle 14.30 alle 17.30) nell’ambito delle iniziative del festival “ColornoPhotoLife” a cura del gruppo fotografico Color’s Light.
La mostra – Da diversi anni, per motivi umanitari, la fotografa Catalina Isabel Nucera torna a Kirov per dare il proprio aiuto ai bambini e alle loro famiglie: la dignità e l’ostinazione di chi continua a vivere là, seppellendo in questa terra i propri morti e piantando in questa terra i propri semi, come se questo fosse l’unico luogo possibile da chiamare “casa”, continua a stupirla ogni volta.
“Kirov – spiega la fotografa – è il teatro di una fiaba nera: a scuola, in chiesa, nelle case con gli steccati dipinti di colori accesi – costruite qualche metro più in là del punto in cui sorgevano prima del disastro – si respira un’energia misteriosa e impalpabile. Kirov contiene un segreto: come e perché si continua a vivere in un luogo di morte? Kirov è un luogo fuori dal tempo dallo spazio. Il passato qui è troppo pesante da ricordare e il futuro troppo difficile da immaginare: quali saranno, negli anni, le conseguenze della contaminazione sulla salute di questa gente?”.
Il ricordo del disastro rimane negli archivi polverosi della biblioteca, nei barattoli delle conserve stipati nelle dispense, nel tessuto carnoso dei funghi contaminati da cesio 137 e stronzio 90 che a Kirov la gente ama raccogliere e mangiare, ma sbiadisce dalla memoria di chi, per continuare a vivere, preferisce dimenticare.
I commenti – “Per la prima volta – dichiara Lucia Frasanni, assessora alla Cultura del Comune di Torrile – Torrile viene inserito nel circuito del festival ColornoPhotoLife. È un piacere poter far parte di una manifestazione culturale del nostro territorio che cura l’arte della fotografia in ogni sua forma. Abbiamo pensato che proporre un tema sociale e ambientale così dirompente come quello del nucleare sia, purtroppo, di grande attualità. Sarà una lettura diversa dal solito, animata da racconti di vita vissuta in luoghi ancora contaminati”.
“The Village – aggiunge il sindaco di Torrile, Alessandro Fadda – apre ufficialmente la stagione culturale del nostro Comune. Inizia un periodo, quello autunnale, che sarà denso di iniziative tra mostre e appuntamenti teatrali che offrono un momento di profonda riflessione sulla nostra società”.
Catalina Isabel Nucera – Italo-argentina, cresce nello studio fotografico dei genitori, vivendo di fotografia dalla nascita. Studia Scienze delle Comunicazione dove approfondisce l’argomento fotografico. Lavora per otto anni nel canale di Televisione della Città di Rio Cuarto in Argentina, ricoprendo diverse mansioni: dalla giornalista alla ideatrice e conduttrice televisiva. Si trasferisce in Italia e conserva la passione per la fotografia continuando a documentare la vita privata. Il 2012, segna il suo incontro con la fotografia come potente mezzo espressivo. La fotografia diventa una necessità espressiva sempre più evidente. Un modo d’incanalare l’impellente bisogno creativo e comunicativo. Nei suoi racconti fotografici s’interessa dell’aspetto antropologico, non trascurando l’estetica. Dopo un percorso dedicato al reportage decide di sperimentare anche un linguaggio concettuale di comunicazione con la fotografica.
Cristian Calestani