Aldo Vincenzi (UP): "Ripartire a
lottare per un paese migliore"
"Ringrazio tutti i compagni che ci hanno dato una mano in questa breve e dura campagna elettorale. Ringrazio i cittadini che ci hanno dato fiducia, che hanno creduto in un progetto coerente, non facendosi condizionare dalle sirene del voto utile. Io continuo a credere che questo sistema sia profondamente ingiusto, che sia necessario combattere il liberismo e lottare per un paese migliore"

Ripartire, anche se la sconfitta fa comunque e sempre male. Ma per Aldo Vincenzi, candidato di Unione Popolare ed ex sindaco di Sabbioneta, dopo il 2019 nessuna sconfitta fa più veramente male. E’ il momento di una riflessione, che comunque non è una resa ma l’invito a tutti i compagni di viaggio a ripartire perchè – come dice lui stesso – di politica con la P maiuscola ce ne è bisogno. “Noi a sinistra siamo abituati alla sconfitta, io faccio politica e militanza da quasi vent’anni: ho spesso perso e raramente vinto. Ma la sconfitta insegna a rialzarsi e aiuta a pensare; per me la più cocente è stata nel 2019, mi ha bruciato, ma mi è servita. Con Unione Popolare speravo in un risultato migliore, pur tra le mille difficoltà di un progetto giovane e sconosciuto. Il risultato è al di sotto delle aspettative, ma le idee rimangono giuste e valide e le battaglie vanno fatte, mettendoci la faccia. Questa breve campagna elettorale resta una bella esperienza, ringrazio i miei compagni di avventura: Pierluigi, Luana, Caterina, Valentina, per me i migliori candidati possibili, ma soprattutto persone di valore e di valori. Ringrazio tutti i compagni che ci hanno dato una mano in questa breve e dura campagna elettorale. Ringrazio i cittadini che ci hanno dato fiducia, che hanno creduto in un progetto coerente, non facendosi condizionare dalle sirene del voto utile. Io continuo a credere che questo sistema sia profondamente ingiusto, che sia necessario combattere il liberismo e lottare per un paese migliore. Oggi raccogliamo i cocci; domani torniamo a far politica, con la p maiuscola, perché ce n’è bisogno“.
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