Cronaca

Spineda, cantine Caleffi, un buon
calice, l'amicizia: chiusa la stagione

E cosi nel periodo estivo, all’ora del tramonto, tutti i fine settimana, per tredici volte il rito si è ripetuto con file lunghissime di auto parcheggiate sull’argine per raggiungere a piedi l’originale ritrovo. Una location come direbbero gli inglesi, nuova e particolare sopratutto per via delle sedie e i tavoli di paglia appoggiati sull’erba e i tralci di vite a completare la scenografia

Una volta nei paesi c’era la Festa dell’Amicizia che attirava centinaia di persone riunite sotto un certo credo politico. A Spineda un evento del genere si è svolto tutti i venerdi d’estate spingendo una quantità incredibile di persone a stare insieme all’interno di un vigneto. Senza nessuna bandiera ne altri obiettivi ideologici se non quello dell’amicizia ritrovandosi con un bicchiere di vino in mano e un tagliere di saluni sul tavolo.

L’idea di queste originali conviviali è nata all’interno della famiglia di Davide Caleffi ex sindaco di Spineda e in particolare ai figli e nipoti che un giorno si sono chiesti perché non portare la gente dove il vino nasce nel vigneto di proprietà all’inizio della lunga strada di campagna che porta alla cascina Cantonazzo.

E cosi nel periodo estivo, all’ora del tramonto, tutti i fine settimana, per tredici volte il rito si è ripetuto con file lunghissime di auto parcheggiate sull’argine per raggiungere a piedi l’originale ritrovo. Una location come direbbero gli inglesi, nuova e particolare sopratutto per via delle sedie e i tavoli di paglia appoggiati sull’erba e i tralci di vite a completare la scenografia.

L’ambiente è piaciuto sopratutto ai giovani del territorio scegliendo questo posto come luogo d’appuntamento invece delle solite birrerie o discoteche. Ma nel vigneto per quello che è poi stato battezzato “Wine lovers sunset” sono passati anche personaggi di età diverse e differenti ceti sociali oltre a sindaci, presidenti di Provincia, imprenditori persino sacerdoti e bancari. Tutti accolti dalla conosciuta affabilità di Davide Caleffi e famigliari, dalla cortesia di splendide e gentili vallette pronte ad accompagnare ai loro posti i commensali che poi erano liberi di muoversi a piacimento tra una corsia e l’altra del vigneto.

Tra l’altro la casualità ha voluto che nessuno dei venerdi in programma sia stato disturbato dal maltempo (tranne in un’occasione in cui l’appuntamento è stato rinviato a sabato) facendo pensare scherzosamente che Caleffi abbia qualche santo in paradiso. L’altra sera, ultimo venerdi in programma si è chiuso un ciclo e a conferma di quanto la gente si sia affezionata a questo evento, dopo mezzanotte tanti ragazzi hanno preso le rispettive balle di paglia andando a sedersi attorno ad un grande paiolo in cui ardevano le fiamme cantando tutti insieme amichevolmente fino a tarda ora. Sul tavolo è rimasta la lunga geometrica fila di calici vuoti quasi a simboleggiare la fine di una tradizione che sicuramente ritornerà la prossima estate.

Ros Pis

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