"La scuola al centro del programma":
Unione Popolare detta le priorità
"La cultura è importante: riteniamo necessario fornire gratuitamente i libri scolastici sino al termine delle scuole superiori. Nessuno studente deve rimanere a terra: bisogna investire in un trasporto pubblico di qualità, gratuito fino ai 18 anni. Come diceva José Martí, "un popolo istruito sarà sempre forte e libero.”
Mette la scuola al centro del programma elettorale Unione Popolare, con i candidati per Mantova e Cremona, ossia Valentina Mozzi, Aldo Vincenzi, Caterina Di Francesco, Pierluigi Luisi, Luana Grossi, Francesca Berardi, Serse Mostosi. “In campagna elettorale miracolosamente ed improvvisamente la scuola torna ad essere centrale per la politica, dopo essere rimasta nel dimenticatoio per anni. Se ne riempiono la bocca quegli stessi politici che quando rivestivano ruoli governativi l’hanno bistrattata con pessime riforme non condivise né col mondo scolastico né con le sigle sindacali del settore”.
“La scuola è sempre stata al centro del nostro programma, della nostra azione e della nostra visione del mondo. Una società più giusta, quella che abbiamo in mente, non può che partire dalla scuola: è proprio nella scuola che si disegna il futuro e se ne costruiscono le basi. È sotto gli occhi di tutti che vanno eliminate le classi pollaio, derivate dalla legge Gelmini, va fissato un tetto massimo di alunni per classe e solo così potremo favorire l’apprendimento e il benessere di studenti e docenti”.
“È necessario superare il precariato, oggi più del 20% del corpo docente è precario. Il precariato, oltre a danneggiare la vita personale dei lavoratori, in questo caso dei docenti, non permette la continuità didattica. I docenti con almeno tre annualità di servizio vanno stabilizzati: sono stati utili fino a questo momento e lo saranno anche in futuro.
In Italia i docenti hanno una retribuzione molto più bassa della media europea. Gli stipendi vanno riportati a quella media europea. Il percorso di reclutamento dei docenti voluto dal ministro Bianchi, nonché la cosiddetta “buona scuola” di Renzi e Gelmini vanno abolite. Le riforme della scuola vanno condivise e costruite assieme a chi la scuola la vive da dentro: i rappresentanti dei docenti, degli studenti, del personale Ata, dei dirigenti e le forze sindacali, e non calate dall’alto e imposte con la forza”.
“Negli ultimi vent’anni tutte le riforme della scuola, appoggiate da quasi tutto l’arco parlamentare odierno, hanno creato un modello di scuola di tipo aziendale. A scuola si formano cittadini e lavoratori consapevoli, e con capacità critica, non sudditi ubbidienti. Gli edifici scolastici sono vecchi, in alcuni casi obsoleti o addirittura insicuri. Va creato un piano di adeguamento e messa in sicurezza degli edifici scolastici. Le famiglie devono inoltre poter contare su asili nido pubblici perché i genitori, ma troppo spesso le donne, non corrano il rischio di dover abbandonare il lavoro perdendo una parte importante del bilancio familiare sia in termini economici, sia dal punto di vista della realizzazione professionale.
La cultura è importante: riteniamo necessario fornire gratuitamente i libri scolastici sino al termine delle scuole superiori. Nessuno studente deve rimanere a terra: bisogna investire in un trasporto pubblico di qualità, gratuito fino ai 18 anni. Come diceva José Martí, “un popolo istruito sarà sempre forte e libero.”
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