Cronaca

Andrea Scaglioni e la passione:
le parole di un OSS speciale

Si firma Andrea OSS, l'ultimo dei sopravvissuti. Il Leo è questo, e non serve aggiungere altro. E, ne siamo più che sicuri, se c'è una persona in grado di accendere un sorriso in chi ha di fronte, fossero suoi coetanei o anziani residenti in una Casa di Riposo, quello è Andrea. Un OSS come tanti, e più di tanti. Passione, animo agitato, cuore grande. La sua fotografia, il suo essere d'ogni giorno, a prescindere.

In Bocca di Rosa, il maestro Fabrizio De André parla d’amore, e d’un mestiere antico, il più antico del mondo.

C’è chi l’amore lo fa per noia
Chi se lo sceglie per professione
Bocca di rosa né l’uno né l’altro
Lei lo faceva per passione

Chissà perché, ascoltando le parole di Andrea Scaglioni, c’è tornata in mente quella strofa. Sostituendo amore con lavoro e Bocca di Rosa con Leo, però, l’immagine ci sta tutta. Ne ha fatta di strada il ragazzo Casalasco dall’infinita simpatia e dalla verve inesauribile. Lui è un nobile, di cuore, e uno che non ci gira intorno alle cose. Uno che non ha paura a reinventarsi, a ripartire. Ex barista, ex vigile del fuoco (10 anni di servizio per un mestiere che amava e che ha dovuto lasciare per una discromia nella vista) oggi è un OSS, che lavora per la Casa Residenza Anziani San Mauro Abate di Colorno. Un OSS con orgoglio. Appunto, come Bocca di Rosa faceva l’amore lui fa il suo mestiere. Per profonda e con profonda passione.

Questa divisa – scrive – non basta indossarla, la devi rispettare, devi sapere che hai dei doveri, e non solo diritti, devi amare quello che fai, devi sapere che per qualcuno sei la sua famiglia, devi sapere fare delle rinuncie, devi sapere che non avrai molta vita sociale, fai parte di una grande famiglia dove si inizia il turno insieme e si finisce il turno insieme, molte volte hai bisogno di una spalla dove appoggiarsi, e un orecchio a cui dire grazie, devi sapere che non è solo un posto di lavoro, devi sapere che puoi fidarti dei tuoi colleghi e potere dire oggi non ce la faccio dammi una mano, devi sapere che essere OSS non è solo pulire dei culi ma essere felice ogni giorno per regalare dei sorrisi a chi non ha più la forza di sorridere, non ha più la forza di alzarsi, dove tutti i giorni per loro sono uguali, e noi facciamo semplicemente la differenza di quei giorni“.

A chi lo ringrazia scrive “Tutti i giorni sono così è come avere un padre un nonno, una madre, una nonna, avere quella sensibilità e pazienza che loro hanno avuto per anni prima di noi“.

Si firma Andrea OSS, l’ultimo dei sopravvissuti. Il Leo è questo, e non serve aggiungere altro. E, ne siamo più che sicuri, se c’è una persona in grado di accendere un sorriso in chi ha di fronte, fossero suoi coetanei o anziani residenti in una Casa di Riposo, quello è Andrea. Un OSS come tanti, e più di tanti. Passione, animo agitato, cuore grande. La sua fotografia, il suo essere d’ogni giorno, a prescindere.
N.C.

 

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