Agricoltura

Un quadro di azioni a sostegno
delle filiere zootecniche nazionali

I due decreti, nati con finalità e tempi leggermente diversi, si vanno ad intersecare e nel loro complesso costituiscono un aiuto a tutta la zootecnia nazionale, sia da latte che da carne (incluse le filiere avicole e suinicole) anche se occorre dire che i tempi sono in rapidissima evoluzione con effetti non sempre controllabili.

In questo caldo mese di mese di agosto, caldo in tutti i sensi, si è sviluppato un quadro di azioni del governo a sostegno delle filiere zootecniche per mezzo di due decreti ministeriali che hanno stanziato un importo complessivo di 224 milioni di euro. Il primo di questi ha messo a disposizione 80 milioni per il sostegno ad alcuni comparti zootecnici in crisi, in particolare la filiera suinicola duramente colpita dalle restrizioni dovute alle misure per il contenimento della Psa, e quella avicola per contrastare l’ulteriore diffusione dell’influenza aviaria.

Il secondo decreto ha invece reso disponibili 144 milioni di euro relativi ad aiuti eccezionali di adattamento in favore dei produttori del comparto zootecnico per i danni indiretti conseguenti al conflitto russo-ucraino. In particolare, quest’ultimo provvedimento è stato adottato per limitare i danni alle imprese zootecniche che hanno visto lievitare enormemente i costi di produzione dovuti all’aumento incontrollato delle materie prime. Tali aiuti sono calcolati ed integrati sulla base dei capi accertati ai fini del riconoscimento dell’aiuto accoppiato nella Domanda Unica dell’anno 2021 e l’Ente pagatore dovrà conferirli entro il 30 settembre.

I due decreti, nati con finalità e tempi leggermente diversi, si vanno ad intersecare e nel loro complesso costituiscono un aiuto a tutta la zootecnia nazionale, sia da latte che da carne (incluse le filiere avicole e suinicole) anche se occorre dire che i tempi sono in rapidissima evoluzione con effetti non sempre controllabili.

Fenomeno questo che ha trovato riscontro in un prezzo del latte alla stalla mai visto prima che, negli ultimi mesi dell’anno, passerà da 55 a 60 euro il litro. Ma anche la carne bovina e suina hanno fatto registrare degli incrementi consistenti che inevitabilmente andranno ad impattare sul prezzo al dettaglio dei prodotti derivati. Con quali conseguenze sui consumi e sulla inflazione sono domande preoccupanti e di non facile risposta.

Intanto è appena stato pubblicato il decreto interministeriale che promuove e mette in azione il “Sistema di Qualità Nazionale Benessere Animale”.  Per partecipare al sistema, gli allevatori dovranno attendere l’accreditamento degli organismi di certificazione al sistema e l’emanazione dei decreti interministeriali che definiranno i requisiti di certificazione relativi all’allevamento delle specie animali di interesse zootecnico. Nel divulgare la notizia, il ministero delle Politiche agricole specifica che l’entrata in vigore delle relative norme è subordinata all’iter di notifica alla Commissione europea con termine al 22 settembre. Ma nello stesso tempo invita ad avviarne già l’attuazione in quanto al “Sistema di qualità nazionale del benessere animale” sono collegati una serie di interventi contenuti nel Piano strategico della Politica agricola comune 2023-2027, tra cui l’ecoschema relativo al settore zootecnico.

Solo di passaggio, dal momento che pare ormai avviato un percorso irreversibile, è il caso di segnalare che se da un lato si stanziano fondi per il ristoro di imprese zootecniche in difficoltà dovute all’aggravarsi di condizioni economiche e di mercato internazionali, dall’altro si approvano provvedimenti che certamente vanno ad incrementare costi e carichi burocratici delle imprese agro-zootecniche.

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