Arte

Busseto, San Bartolomeo: nella
Collegiata l'arte parla cremonese

Tra le località che hanno come patrono san Bartolomeo anche Busseto, terra del maestro Giuseppe Verdi, dove si sono tenuti numerosi appuntamenti tra sacro e profano. L’occasione è stata anche utile per valorizzare la pala dell’altare maggiore della collegiata. Pala che è opera del pittore cremonese Francesco Boccaccino

La festa di san Bartolomeo è stata celebrata solennemente, pochi giorni fa (il 24 agosto) in diverse parrocchie emiliane e lombarde, di qua e di là dal Po, che invocano l’apostolo come patrono. Tra le località che hanno come patrono san Bartolomeo anche Busseto, terra del maestro Giuseppe Verdi, dove si sono tenuti numerosi appuntamenti tra sacro e profano. L’occasione è stata anche utile per valorizzare la pala dell’altare maggiore della collegiata. Pala che è opera del pittore cremonese Francesco Boccaccino, artista che senz’altro meriterebbe di essere rivalutato. Nato a Cremona nel 1660 circa e morto nella stessa Cremona nel 1750, Boccaccino lavorò non solo a Cremona ma anche a Mantova, Genova e Piacenza. Nella pala di Busseto, eseguita intorno al 1704, è rappresentato San Bartolomeo portato dagli angeli in gloria. In questa opera l’apostolo è effigiato in ginocchio sulle nubi, ricoperto di un manto rosso che ne lascia nudo il petto dopo aver colto la palma del martirio, con angeli in gloria che lo innalzano al cielo ed uno di questi che scende in volo a coronarlo ed altri due (a destar in basso) che sorreggono i suoi attributi, la palma e il coltellaccio. Un altro angelo, infine, a sinistra, solleva la pelle. Il quadro si trova al centro di quell’altare maggiore costruito dal cremonese Giovanbattista Febbrari nella seconda metà del secolo XVIII. Tra l’altro la stessa collegiata ospita quindici preziosi tondi con i Misteri dei Rosario del cremonese Vincenzo Campi, fratello minore ed allievo di Giulio Campi e Antonio Campi, autore anche della magnifica pala (che si trova nell’adiacente oratorio della Santissima Trinità) raffigurante la “Trinità tra le Sante Apollonia e Lucia” datata nel 1579.

Eremita del Po, Paolo Panni

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