Lettere

Elezioni e politici? Il 25 meglio
una mega escursione sul fiume

da Eremita del Po, Paolo Panni

Caro direttore,

Passiamo da momenti in cui la terra è dura come il marmo e si fanno rosari, benedizioni e tridui di preghiera per invocare la pioggia. Passiamo poi, in un attimo, ad avere in poche ore (ed anche in pochi minuti) la pioggia che dovrebbe cadere in 6 mesi. Come accaduto qualche giorno fa, con tanto di disastri, disagi e problemi. Quando, da altri problemi, come appunto quello della siccità (che ormai i suoi effetti li ha dati).

Situazioni che in questi anni sono già capitate più e più volte, e con la massima probabilità a queste cose ci dovremo abituare: e dovremo farci i conti (in tutti i sensi).

Nonostante questo c’è chi sostiene che i cambiamenti climatici, che sono lì da vedere (basta guardar fuori dalla finestra o farsi un giro, meglio se a piedi e sotto la pioggia, non c’è bisogno che lo dica una ragazzina scandinava strillante) sono una invenzione montata ad arte da qualcuno per vile interesse. A queste idiozie non è giusto dare risposta perché arrivano da soggetti che meritano il silenzio, meritano di essere totalmente ignorati (questa è sempre la migliore e la più fine delle risposte, se poi non la capiscono è solo un problema loro). Del resto c’è anche (e lo ho sentito ripetutamente nel corso dell’estate) chi ha negato che il Po fosse in magra (magari ipotizzando che la marea di foto e di video che giravano erano ritoccati o si trattava di fotomontaggi?) e, casualmente, queste cose sono uscite da gente che nemmeno sa dove scorre il fiume. Chi scrive queste righe è sul Po ogni giorno, tutti i giorni, d’estate e d’inverno, che ci sia il sole o che piova (orgogliosamente non faccio parte di quelli che se piove sostengono che non si può uscire perché si bagnano i capelli o vengono freddi i piedi) e, guarda caso, certi soggetti che hanno parlato (e scritto) sul fiume non li ho mai incontrati (e sarò felicissimo di continuare a non incontrarli, non apprezzo certe vomitevoli compagnie).

Veniamo quindi ai miei “amati” (si fa per dire) incravattati dal deretano piatto e pelato (i benpensanti ed i moralisti, che rifuggo come la peste, ci leggano politici): loro dove sono e cosa fanno? Sono quelli che negli ultimi mesi si sono divertiti a rilasciare interviste (che non andrebbero né pubblicate né trasmesse perché arrivano da gente che non sa cosa sta affermando) proponendo opere più o meno faraoniche, più o meno realizzabili, più o meno strambalate, magari condensate da fantasie indicibili. Abituati, come sono, a scaldare i velluti romani, avranno anche loro partecipato a qualche triduo di preghiera: di fatto l’unica soluzione rimasta visto che, le loro, sono rimaste come sempre aria fritta o, al massimo, sono diventate inchiostro per riempire qualche pezzo di carta. Alla fine Madre Natura è intervenuta, come sempre del resto, e ha buttato giù in pochi minuti l’acqua di 6 mesi. Fine delle preghiere, delle orazioni e dei tridui, in attesa di farne di nuovi per la fine del maltempo.

Gli incravattati, laudando, gaudendo, orando e brindando (questo sicuramente sì) si sono trovati col problema siccità risolto: e magari si prenderanno anche i meriti del loro nulla. Ora, senza voler fare l’uccellaccio del malaugurio, a proposito di fiume si tenga presente che, come ricorda anche la storia, spesso ad una grande magra fa seguito una grande piena (del resto i cambiamenti climatici, che qualcuno inesorabilmente nega). In passato è già successo e la storia lo conferma. Dunque, gli incravattati dal deretano piatto e pelato hanno pensato a quali soluzioni prevedere nel malaugurato caso che, in autunno (che non è certo lontano anni luce), una piena si possa verificare? Chi ha compiti (pagati da noi povera gente) di responsabilità e di gestione dei territori ha colto l’occasione della magra del fiume (e degli altri corsi d’acqua) e dell’estate per verificare le condizioni di ponti, arginature, opere di difesa idraulica e infrastrutture fluviali varie? O erano impegnati a programmare le agognate ferie? Nel caso in cui queste verifiche siano state effettuate, ad onore della trasparenza, della chiarezza e della onestà, è possibile renderne edotti gli elettori/contribuenti?

Quando cercate e parlate di soluzioni per far fronte alla siccità e ai problemi idrogeologici, ai vostri tavoli invitate scienziati, meteorologi, naturalisti, climatologi, botanici? Oppure ve la dite e ve la raccontate tra opportunisti della chiacchiera e del dolce far nulla, speranzosi del fatto che ai problemi ci pensi sempre qualcuno dall’Alto e, ai danni, si continui a rimediare con le tasse e le multe rifilate, con chiarissima azione vessatoria (altro che sicurezza), a chi ogni giorno cerca di portare a casa la pagnotta per la famiglia? A chi sostiene che le multe degli autovelox non servono a far cassa, rispondo già da ora dicendo che è sufficiente dare una occhiata veloce ai bilanci di previsione (giusto ribadire “di previsione”) dei loro Enti e osservare quali cifre sono state inserite nel capitolo in cui sono comprese le sanzioni. Un vecchio adagio popolare afferma che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca: quindi sia lecito quantomeno sostenere che certi bilanci di previsione, alla voce “sanzioni”, siano stati stilati col dolo della malafede. Nel frattempo si lasciano molte strade, comunali e provinciali, in condizioni indecenti per un Paese che si dice civile. Una indecenza che è l’emblema dell’attuale situazione politica italiana.

Appello al popolo: attenzione perché parecchi di questi incravattati, da qui alle prossime settimane, li ritroverete con i loro faccioni, accompagnati da slogan demenziali, stucchevoli, banali, insulsi e scontati, appiccicati su quelle tristi plance metalliche che, per oltre un mese (a Polesine Zibello, che fa eccezione, forse anche per anni) lorderanno i nostri paesi. Personalmente mi auguro che quelle plance siano utilizzate sul lato anteriore come vespasiani (si può scrivere pisciatoi o è necessario essere aulici e scrivere “per effettuare minzioni”?): in quello saranno sicuramente utili. Quando andrete in cabina cercate di tenere accesa la luce della memoria. Io non andrò, perchè quando una cosa mi fa schifo la evito. Andrò sul fiume, a fare anche io un triduo di orazioni (chi vuole venire e vuole contribuire è ben accetto) affinchè qualcuno Lassù scanti (sì, scanti) un po’ di incravattati (per questo miracolo più che qualche santo occorre tutto l’esercito celeste). Magari ricordatevi anche un paio di cose. La prima è che alcuni di quei faccioni che lordano i nostri paesi sono quelli che, un paio di anni fa, dicevano trionfalmente in televisione che in Italia non sarebbe successo nulla, non si correva rischio alcuno e la pandemia non ci avrebbe toccati (salvo poi, qualche settimana dopo, chiudere la stalla quando i buoi erano già usciti e andati lontano), per poi coniare i soliti slogan tipo “Andrà tutto bene” e “L’Italia rinasce con un fiore” (questo poi super il limite dell’insulso) e invece sappiamo tutti come è andata a finire Per chi desidera, il 25 settembre, si organizza una mega escursione sul fiume, casualmente dalle 6 del mattino a mezzanotte. Le iscrizioni sono aperte.

Eremita del Po, Paolo Panni

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