I familiari delle vittime del Covid:
“Governo, commissione di inchiesta”
Il Comitato Nazionale Familiari Vittime del Covid vuole una commissione sulla gestione della pandemia, i danni da vaccino e il Long Covid
“Siamo il Comitato Nazionale Familiari Vittime del Covid e Anchise – comitato famiglie RSA RSD, i familiari di quei poveri martiri che hanno pagato il prezzo più alto di una gestione quantomeno approssimativa della pandemia, frutto di 25 anni di tagli alla sanità che hanno ridotto il nostro sistema sanitario in condizioni disastrose. Siamo gli invisibili, quelli che non sono scesi in piazza, quelli che non sono stati mai presi in considerazione dai media, quelli che nella narrazione del governo, della normalità, dell’andrà tutto bene non erano contemplati perché rovinavano l’immagine di efficienza e ottimismo che si voleva trasmettere. E così anche l’opinione pubblica ha scelto di ascoltare la narrazione accomodante e rassicurante, guardandoci con pietà e finta compassione come degli sfortunati, vittime di un virus letale”. Inizia con questi toni severi la lettera che Luca Merico, presidente del Comitato Nazionale Familiari Vittime del Covid, invia ai candidati delle elezioni chiedendo tra i primi impegni del nuovo governo una commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia e sui danni da vaccino.
“Sono troppi gli errori, le disattenzioni, le carenze che hanno portato alla morte i nostri cari e che sono state archiviate come morti covid, quando invece dovevano essere ascritte alla voce malasanità. Noi tutti abbiamo denunciato gli ospedali, descrivendo e allegando dettagliatamente quanto successo. Così non si può dire delle cartelle cliniche che erano (e sono) spesso molto fantasiose, con cancellazioni, fogli mancanti, fogli di altri pazienti, o addirittura fatte sparire, così come molti degli oggetti di valore che i pazienti covid portavano con sé (anelli, collane, smartphone).
Tutto ciò, in un paese normale, avrebbe dovuto scatenare un terremoto nella sanità, ma così non è stato perché con lo stato d’emergenza e lo scudo penale, la maggior parte degli avvocati non ha neanche provato a fare causa contro gli ospedali, e solo pochi coraggiosi come noi lo hanno fatto.
Per elencare alcune delle criticità emerse, potremmo parlare dei contagi ospedalieri che avvengono ancora a distanza di anni dall’inizio della pandemia, potremmo parlare del famigerato ‘Protocollo Vigile attesa e Tachipirina’ che tanti morti ha causato. Più in generale possiamo parlare del rapimento di tanti pazienti, sottratti alla vista e all’assistenza dei propri cari in nome di un’emergenza che era ben strana, dato che riguardava solo gli ospedali. Non si poteva fare assistenza ai propri cari ma gli stadi erano pieni, le discoteche erano piene, i ristoranti erano pieni e così via”, prosegue il presidente in un altro passaggio della missiva che denuncia le “disumane morti…di centinaia di migliaia di persone in completa solitudine”.
Il Comitato non risparmia nemmeno la Chiesa che, come si legge in altro passaggio della lettera, “non ha speso una parola sulla pratica barbara di smaltimento delle salme. E colpevoli sono anche i vari cantanti, attori, influencer che si sono spesi per ogni causa possibile ma non hanno osato mettersi contro la narrazione del governo, anzi, hanno assecondato le scelte del governo prestando i loro volti per
spot e campagne varie, salvo fare polemiche ad personam (si pensi alla famosa nonna di Fedez) che alzavano piccole nuvole di polvere senza però scalfire il sistema marcio che dal 2020 in poi ha mietuto centinaia di migliaia di vittime evitabili”.
LE RICHIESTE DEL COMITATO Istituire una commissione di inchiesta a 360 gradi sulla gestione della pandemia” e una commissione tecnico-scientifica atta a verificare i danni derivanti da vaccino e long covid“; “Il lavoro degli enti inquirenti non sia in alcun modo intralciato con stati di emergenza fasulli o scudi
penali, e che le verità processuali siano aderenti alle verità fattuali senza nessuna attenuante”; “I familiari delle vittime Covid ricevano sostegno psicoterapeutico gratuito per tutto il tempo necessario a rendere la loro vita più accettabile. Il bonus psicologo rientra in quella logica della lotteria per la quale qualcuno vince e qualcuno perde. Chiediamo inoltre, laddove sia necessario, un sostegno economico a quelle famiglie che, avendo perso la principale fonte di sostentamento si sono ritrovate ad affrontare, oltre al dolore atroce, anche problemi pratici di natura economica”;
“Scuse ufficiali dalle istituzioni e gesti concreti che commemorino e ricordino i nostri martiri. Un semplice parchetto alla periferia di Bergamo, un concerto arrangiato e due parole del sindaco di Bergamo sono un insulto, non una commemorazione. Ai nostri cari dovranno essere intitolate strade e piazze e la Giornata della Memoria dovrà essere una giornata di lutto nazionale, quel lutto collettivo che non è mai stato elaborato, ma solo rimosso dalla parola normalità”;
“Una riforma della sanità pubblica che permetta a tutti di curarsi in sicurezza, avendo vicino i propri cari, in ambienti confortevoli, con personale sanitario che non sia costretto a fare l’eroe lavorando 15 ore, con il rischio (poi verificatosi) di andare in burnout o di sbagliare terapia determinando la morte del paziente. Inoltre, chiediamo l’abolizione della legge Gelli e l’imposizione di protocolli che riducono l’uomo ad una macchina costruita in serie. Ogni medico dovrà essere libero di applicare le cure adatte ad ogni singolo paziente in base alle specificità dello stesso”.
Conclude il presidente del Comitato: “Ciò che ci tiene in vita è la voglia di giustizia e verità, e andremo fino in fondo. Anche se ci vorranno quarant’anni, noi continueremo a lottare con ancora maggior determinazione”.
Agenzia DIRE