C'è ancora Giorgio Bianchi, e sta
dormendo: un anno fa l'incidente
Ha i genitori al suo fianco, Franco e Annunciata, che lo seguono costantemente. Ha i suoi amici: non lo hanno mollato un giorno, lo stimolano affinché si risvegli, hanno davvero provato di tutto. C'è la sua Cremo in serie A che lo spinge e tutti quei tifosi che ha conosciuto in tante gare in casa e in tante trasferte.
C’è ancora, e ancora lotta. E lo farà sino a quando ci sarà respiro. Lo farà perché é così che è cresciuto, tra campi e cascine dove il sole si posa sempre sulla terra, dove niente spaventa e sempre si riparte. Ci sono gli amici accanto a Giorgio Bianchi, il 55enne di Motta San Fermo che un anno fa aveva perso l’equilibrio cadendo rovinosamente mentre si trovava in montagna per qualche giorno di riposo. Era il 18 agosto del 2021, ed è passato un anno.
Ha i genitori al suo fianco, Franco e Annunciata, che lo seguono costantemente. Ha i suoi amici: non lo hanno mollato un giorno, lo stimolano affinché si risvegli, hanno davvero provato di tutto. C’è la sua Cremo in serie A che lo spinge e tutti quei tifosi che ha conosciuto in tante gare in casa e in tante trasferte, lui che il grigiorosso ce l’ha nel sangue. C’è la speranza, che non cessa almeno sino a quando c’è respiro. Anche se ogni giorno che passa diventa più lieve. E c’è Andrea che lo regge: noi non lo vediamo perché 28 anni fa – quando di anni ne aveva 24 – è diventato luce. Ma quella luce è sempre, ed ogni giorno, accanto al suo letto.
18 agosto 2021 – Giorgio era arrivato, insieme ad un amico, al Rifugio Longo nel Parco delle alpi Orobie in territorio di Carona (Bergamo) dove avrebbe dovuto passare la notte. I due avevano deciso, dopo aver confermato la loro prenotazione, di farsi un’escursione sino al vicino Lago del Diavolo. Erano già sulla strada del rientro quando il casalasco, che era dietro all’amico, è scivolato per il dirupo, riuscendo ad urlare il nome dell’amico mentre precipitava. L’uomo che era con lui è corso al rifugio per chiedere aiuto e da lì sono scattati subito i soccorsi. Raggiunto dal Soccorso quando era in stato di incoscenza con una profonda ferita alla testa, era stato portato in elicottero all’ospedale di Bergamo dove era giunto in condizioni critiche. Le operazioni, le cure, gli stimoli: è trascorso un anno da allora…
“… Bisogna avere pazienza / e cercare di amare le domande stesse / come stanze chiuse a chiave e come libri / che sono scritti in una lingua che proprio non sappiamo. / Si tratta di vivere ogni cosa. / Quando si vivono le domande, / forse, piano piano, si finisce, / senza accorgersene, / col vivere dentro alle risposte / celate in un giorno che non sappiamo…” (Rainer Maria Rilke)
C’è ancora Giorgio, e sta dormendo. Sorride e alza al cielo una birra nel cuore di chi gli ha voluto e gli vuole bene.
Nazzareno Condina