Renata Fontana da Gussola a
Roma alla Sfattoria degli Ultimi
Sabato e domenica ci sarà anche una gussolese a dar man forte. "Non possiamo arrenderci, ho sentito i volontari di Roma, ed ho deciso di andare". Come ogni volta che c'è bisogno. Anche questa volta Renata e come sempre non si è tirata indietro.
Partirà per Roma, direzione Sfattoria degli ultimi, venerdì. E vi rimarrà due giorni. A portare la sua testimonianza da attivista per i diritti degli animali, Renata Fontana. Non sarà una cosa semplice per lei, che gli animali se li va a cercare, che li cura anche quando qualcuno decide che non hanno speranza. C’è sempre una speranza ed una possibilità, ed anche quando non c’è, nessuno deve morire solo. A Roma dopo la decisione dell’ASL di abbattere tutti gli animali della Sfattoria, animali sani ma in una zona a rischio peste suina, c’è in gioco ben di più della loro vita “Sì, penso alle mie colonie, qualunque responsabile del servizio veterinario potrà svegliarsi una mattina e a fronte magari di un animale malato, prendere la decisione invece di curare, di abbatterli tutti“.
Sembra paradossale, ma è la stessa posizione di Vittorio Feltri, espressa qualche giorno fa sui social: “Se uccidessero gli animali della Sfattoria degli Ultimi (tutti animali in piena salute e registrati come “animali da compagnia”) nessuno di noi potrà più vivere sereno. In qualunque momento, qualunque direttore di una Asl veterinaria, potrà adurre come pretesto un virus (in questo caso Il diffondersi, assai limitato, della peste suina africana, una malattia virale che colpisce i suini domestici e selvatici, non si trasmette all’uomo e dunque non sussiste alcun pericolo per la salute umana)e comandare di abbattere i nostri cani, gatti, animali da compagnia. Si creerebbe un precedente intoccabile e, da quel momento in poi, faranno sempre ciò che vorranno dei nostri affetti! Non possiamo permettere questo abuso di potere. Gli animali ospiti del Rifugio La Sfattoria Degli Ultimi sono tutti registrati come animali da affezione, salvati dalla filiera alimentare e dai cacciatori, sono seguiti, amati, curati dai volontari del rifugio che se ne prendono cura da tempo. Vengono considerati al pari dei propri figli. Sono tutti sani e le regole di biosicurezza sono rispettate. Non c’è una reale ragione per procedere al loro abbattimento. Non esiste e non lo si può permettere in nome della Legge e della Giustizia, dell’Etica e della Morale“.
Un abuso di autorità per gli attivisti. Il TAR del Lazio ha sospeso l’abbattimento del centinaio di animali di cui la Sfattoria, con i suoi volontari, si prende cura, in attesa di ulteriori verifiche. Renata Fontana si è messa daccordo con i suoi contatti ed andrà a fare fronte comune con le centinaia di persone che in questi giorni stanno mostrando la propria solidarietà con la struttura che sorge a Roma. “Nonostante non ci dorma la notte, partire per me non è semplice se penso alla gestione dei gatti a carico, ma on posso restarmene a casa. Rischia di aprirsi un precedente pericoloso: quegli animali sono sani, e sono registrati. Penso alle colonie feline. C’è un virus in giro? Non si pensa più a curare il curabile, più facile abbattere. Bisogna impedire che gli animali della Sfattoria vengano abbattuti. Per loro, per i ragazzi volontari che li seguono, e per tutti gli animali, anche quelli d’affezione. Sono molto, molto amareggiata. Ho sistemato tutti quelli che sto curando io, per poter partire serena“.
Tra gli animali da sistemare il gatto che ha prelevato proprio da Roma. Uno dei tanti per i quali Renata non si è tirata indietro: “Incontinente e neurologico, ne era stato deciso l’abbattimento. Ma non potevo lasciarlo lì“. Ne segue altri di – ultimi – Renata. Ed è anche per questo che, oltre alle motivazioni addotte ed anche questa volta non si è tirata indietro. Alla Sfattoria romana hanno allevato, fatto curare, seguito maiali e cinghiali, in nome di un amore infinito per tutti gli esseri viventi. Un gruppo di volontari che in questi giorni si sta battendo affinché quel sogno possa andare avanti. Sabato e domenica ci sarà anche una gussolese a dar man forte. “Non possiamo arrenderci, ho sentito i volontari di Roma, ed ho deciso di andare“. Come ogni volta che c’è bisogno. Anche questa volta Renata e come sempre non si è tirata indietro.
Nazzareno Condina