Politica

Fava, consiglio a Calenda: "Al Nord può
battere Salvini, ma occhio al non voto"

"A lui (e forse anche incredibilmente a Renzi) la possibilità di dimostrare che coi contenuti si possano recuperare milioni di voti oggi destinati al macero della politica”.

Le elezioni si avvicinano e una nuova riflessione arriva da Gianni Fava, questa volta sulla figura di Carlo Calenda, che ha detto espressamente di voler prendere molti voti al Nord, in particolare tra gli scontenti della Lega di Salvini, che avrebbe tradito lo spirito delle origini. Secondo Fava, tuttavia, in alcune zone del Nord prevarrà il “non-voto”.

“Ho letto con grande piacere – spiega Fava – l’intervista a Carlo Calenda sulla Stampa e per un attimo ho avuto la sensazione che ci sia luce in fondo al tunnel. In particolare quando parlando anche di Nord dice: “Io mi candiderò lì e andrò in Veneto, dove ho preso un ‘fracco’ di voti alle Europee, andrò in Lombardia, nelle valli dove votavano la Lega e ora la gente non li vuole più sentire”.  Spero non sia solo una sensazione sbagliata ovviamente e mi sento di dare sommessamente un consiglio non richiesto a Calenda, da uomo che conosce bene il Nord e quelle Valli e che condivide il ragionamento che in larga misura quegli elettori che furono della Lega Nord oggi non intendano votare per la Lega di Salvini”.

“Occhio però – aggiunge Fava – che non sarà così facile recuperare quel voto. Molti di loro hanno semplicemente deciso di passare dal voto alla Lega Nord al cosiddetto “nonvoto”. Non esistono automatismi per i quali quegli elettori possano restare affascinati dal terzo polo solo in quanto alternativo ai due blocchi. Quegli elettori hanno bisogno di essere rassicurati sul fatto che il nuovo contenitore politico guardi al rilancio della battaglia per le autonomie. Che oltre 5 milioni di voti al referendum del 2017 noi vengano ancora bistrattati e dimenticati. Hanno bisogno di sapere quale sia la ricetta del terzo polo Per la questione settentrionale e se questa possa essere considerata una priorità. Hanno bisogno di trovare nei collegi candidati dei territori e non paracadutati da chissà dove. Hanno bisogno di capire quale sarà il rapporto nei confronti dello Stato”.

“E se sarà ancora una volta – conclude Fava – una ricetta con “più Stato” se ne andranno di nuovo a gambe levate. Personalmente ritengo che solo in questo modo Calenda abbia la possibilità concreta di fare un buon risultato, che sia chiaro non è confrontabile in alcun modo con quello decisamente positivo che ottenne alle europee. Diverso il contesto e diversa la partita in campo. Lo spazio politico c’è. A lui (e forse anche incredibilmente a Renzi) la possibilità di dimostrare che coi contenuti si possano recuperare milioni di voti oggi destinati al macero della politica”.

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