Chiesa

Anno 100Primo, così Parrocchia del Fiume
ricorda don Primo (e quella finestra)

Nel 1922, infatti, don Primo Mazzolari iniziava il suo ministero proprio a Cicognara, dove è rimasto per dieci anni e mezzo prima di passare a Bozzolo nel 1932.

Anno 100Primo: è questo lo slogan che campeggia sugli striscioni, apposti nelle diverse chiese, dell’Unità Pastorale del Fiume, che racchiude Cicognara, Cogozzo e Roncadello. Nel 1922, infatti, don Primo Mazzolari iniziava il suo ministero proprio a Cicognara, dove è rimasto per dieci anni e mezzo prima di passare a Bozzolo nel 1932.

Tra i passaggi da ricordare, uno si colloca nella parte finale della predicazione cicognarese di don Primo e l’attuale parroco don Andrea Spreafico l’ha voluta ricordare. “Era la notte tra il 1º e il 2º di agosto del 1931, quando don Primo venne chiamato alla finestra con una scusa “pastorale”… probabilmente per un moribondo o un malato grave (come fecero a Torino con Don Bosco 70 anni prima) per poi esplodergli contro alcuni colpi di rivoltella. Ne uscì illeso fisicamente, provato moralmente, confortato comunitariamente e incoraggiato spiritualmente: “Beati voi, quando vi perseguiteranno…” aveva detto il Maestro. Ecco, in quel caso la montante furia fascista provò a zittire il profeta, tentò di forzare la verità, cercò di ingannare il mondo riguardo al suo disinteressato obiettivo di espandere il benessere e la libertà di tutti gli uomini”.

“Ma don Primo ci aveva visto lungo – spiega don Andrea – e aveva storto il naso per il Concordato del 1929, per le limitazioni riguardo le associazioni giovanili, per la violenza che nascostamente, in maniera viscida, diventava sempre più lo stile di questa sedicente rivoluzione moderna. Allora provarono a farlo tacere proprio con la violenza… Ma non era ancora giunta la sua ora e “passando in mezzo a loro, se ne andò”… La finestra presa di mira… quella che è stata testimone del duello tra vita e morte, tra verità e bugia, tra il potere che piega e il profeta che spiega è ancora lì a dirci di tenere alta la guardia, perché il rischio di scivolare nella dittatura è sempre alle porte. Lo ha corso diverse volte lungo i secoli la Chiesa stessa (che con don Primo aveva attuato comportamenti violenti come il fascio) e lo corriamo tutti quanti, quando perdiamo il riferimento al Signore Gesù e ci pieghiamo a comodi obiettivi di basso cabotaggio. Teniamola aperta quella finestra: riceveremo dei colpi violenti… ma proclameremo al mondo il coraggio e la fiducia di Dio”.

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